EDITORIAL

Destinazione natura

L’Earth Day, alla 51a edizione nel 2021, è un’occasione per riflettere su come stanno cambiando l’etica del turismo e dei viaggiatori

Un koala nel You Yangs Regional Park. Per ricostituire il loro ambiente, com’era prima degli incendi del 2019, bisogna ripiantare 300 mila eucalipti. A questa attività possono partecipare anche i visitatori del parco.

Anche se non sono ancora possibili manifestazioni numerose, a causa della pandemia in corso, l’Earth Day di quest’anno, il 51°,  ha più risonanza del solito. Le celebrazioni sono state ampliate a una tre giorni che comincia il 20 aprile con il global youth summit a cui partecipano virtualmente centinaia di giovani attivisti, tra i quali Greta Thunberg, Alexandria Villaseñor, e Licypriya Kangujam, e termina il 22 aprile con l’evento digitale Earth Day Live, con workshop, panel e conferenze sul tema Restore Our Earth, che affronta i nuovi strumenti, tra tecnologie green e idee innovative, per ripristinare gli ecosistemi del mondo (il programma completo qui: www.earthday.org/earth-day-2021/). E non sono state scelte a caso le date del Global Climate Summit del 22 e 23 aprile (www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2021/03/26/president-biden-invites-40-world-leaders-to-leaders-summit-on-climate/) organizzato da Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti invitato 40 capi di Stato a confrontarsi, in diretta streaming, sui temi salienti della crisi climatica, in attesa della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Glasgow, il prossimo novembre. Obiettivo comune è cercare di capire come limitare il riscaldamento a 1,5 °C per evitare un ulteriore impatto sull’ambiente, evidenziando come una maggiore attenzione può creare posti di lavoro ben retribuiti, far progredire la tecnologia e aiutare i paesi a rischio ad affrontare il cambiamento in atto, annunciando l’ambizioso obiettivo di ridurre l’emissione di gas serra entro il 2030 come previsto dagli Accordi di Parigi.

Il primo Earth Day fu celebrato il 22 aprile del 1970, e all’epoca la preoccupazione per la salute del Pianeta non era ancora un problema condiviso. Era nato sull’onda del successo di Primavera silenziosa, il best seller della biologa marina Rachel Carson, che per la prima volta mise in relazione il rapporto tra inquinamento e salute pubblica.

Oggi la sensibilità sui cambiamenti politici e l’urgenza di salvaguardare la Terra è cresciuta esponenzialmente, con il raddoppio della popolazione mondiale e l’aumento della temperatura di circa 1,4 °C in mezzo secolo. Siamo tutti consapevoli della necessità di rispettare l’ambiente, le stesse aziende hanno sviluppato strategie e politiche per la sostenibilità delle proprie azioni. E sono in crescita le imprese turistiche ufficialmente impegnate nella sostenibilità e nel tutelare l’ambiente in cui operano.

Sostenibilità come motore dell’innovazione

Se al World Air Transport Summit organizzato da Iata (International Air Transport Association) nel 2018 a Sydney il tema della sostenibilità era stato trattato in modo marginale dalle compagnie aeree, in quello del 2019 a Seul è diventato l’argomento centrale con proposte di soluzioni immediate per ridurre il consumo di kerosene, sfruttando il vento, adottando la discesa progressiva nell’atterraggio, costruendo aerei più efficienti, usando i biocarburanti in attesa di realizzare il primo aereo elettrico, forse nel 2050. Lo stesso vale per le crociere. La nuova ammiraglia Seashore di MSC ha un sistema all’avanguardia che consente di ridurre gli ossidi di azoto del 90% e un sistema avanzato di trattamento delle acque reflue di nuova generazione (AWTS) per trattare le acque di scarico con una qualità molto elevata. Non solo. La Fondazione Costa Crociere è in trattative con la Fondazione Cologni per finanziare tirocini di alto artigianato nelle città italiane in cui fa scalo. Cinquant’anni fa i viaggiatori non si informavano sull’impegno delle aziende turistiche nel rispettare ambiente, cultura, fauna, clima o inquinamento. Oggi invece la richiesta di responsabilità è diventata una condizione per molti imprescindibile, e va oltre la tutela ambientale.

Koala Conservation Group al You Yangs Regional Park. Janine Duffy (in piedi appoggiata al pullmino) ha trasformato il suo amore per gli animali in una professione. Nel 1993 ha fondato Echidna Walkabout, nello stato di Victoria, e nel 2015 la fondazione benefica Koala Clancy Foundation. Dopo gli incendi boschivi del 2019, Janine ha studiato alcuni tour per contribuire al ripristino dell’ambiente necessario ai koala.

E domani?

Ci sono voluti decenni per arrivare dal primo Earth Day ad imprese e consumatori che fanno della salvaguardia del Pianeta un punto di forza. Sta di fatto che il rispetto dell’ambiente è ormai un punto di orgoglio del settore. E l’arresto quasi totale del turismo per un anno è stata un’occasione per fare un po’ di chiarezza. Con la riduzione dei viaggi abbiamo assistito a un miglioramento sensibile dell’aria, dell’acqua e della fauna. Ma c’è stato anche un incredibile costo umano – socioeconomico – tra coloro chi vive di turismo. Ci siamo commossi tutti nel vedere i delfini saltare nel Canal Grande e abbiamo sperimentato la bellezza di stare nel silenzio, senza ronzio di aerei, il cui traffico è diminuito del 90%.

Le ville dell’Emirates One&Only Wolgan Valley, Australia. Si tratta di una riserva naturale di 2800 ettari dove vivono in libertà canguri e altre specie australiane e il resort è il primo albergo carbon free.

Quando riprenderemo a viaggiare, toccherà a noi andare avanti in modo più saggio, viaggiando non solo pensando alla salute del pianeta, ma anche al benessere degli altri esseri umani e della fauna selvatica. In ogni caso, se la storia dimostra qualcosa, è che discutere apertamente della sostenibilità e sostenere la responsabilità può portare a un cambiamento tangibile, come è accaduto grazie al dibattito nato dal libro di Rachel Carson. Se riusciamo a portare avanti questi temi, quando arriveremo alla centesima Giornata della Terra, ci sarà molto da celebrare.