FREQUENT FLYER

Beach park cinese

Sulla costa di Dalian, sul Mar Giallo, non si va a fare il bagno. Ma a divertirsi tra funghi, squali e altri giocattoli giganti

Di Barbara Pietrasanta*

Ma chi se l’aspettava che dietro il promontorio, al di là del porto di Dalian, ci fosse un mare così? Un meraviglioso mare che lambisce baie isolate di sabbia finissima, poco conosciute dalla categoria dei bagnanti e dalle guide turistiche?

È pomeriggio e dopo una faticosa giornata di lavoro ci rimangono un paio d’ore di luce per svagarci o e scoprire un angolo di Cina. Dopo una doccia ristoratrice, il mio sguardo si inoltra attraverso i vetri della confortevole stanza dello Shangri-la, verso l’orizzonte  dove parte la bellissima Binhai Road che punta verso nord: il mare dei cinesi, un mare di divertimento e relax.

Puntuale come sempre, ecco arrivare Ying, il nostro autista, per condurci alla meta prima del calar del sole. Presto ci lasciamo alle spalle la moderna città cinese, centro portuale del Liaoning, già battezzata Port Arthur, cresciuta ordinatamente su reminiscenti piani sovietici  su un lembo di terra che guarda l’ancor più lontano Giappone. Dapprima si incontra una folta vegetazione composta di specie diverse che si apre verso un panorama che lascia a bocca aperta; ed ecco il Mar Giallo, ed ecco la sua costa inanellata da deliziose insenature. Si scoprono i luoghi di svago dei cinesi che, a differenza di noi, non apprezzano distendersi al sole, ma trasformano tutto in luna park. Un esempio? A Tiger Beach, bellissima, c’è un’enorme testuggine che si erge sulla spiaggia su cui grandi e piccini si arrampicano per farsi fotografare e per guardare l’oceano. Ma i fantasiosi scenari del “beach sea park” non finiscono qui: ci sono giganti funghi colorati e piante immaginarie, come quelle di Alice nel paese delle meraviglie. Divertente è seguire il percorso di fantastiche ambientazioni marine dove immaginario e  reale si fondono ed è possibile abbracciare enormi squali o entrare nella pancia della balena. È il tipico spirito cinese contemporaneo, quello che cerca di stupire e trasmette idee di grandiosità. Ma è anche quel tratto ingenuo e un po’ bambino del piacere che parte dai modelli di intrattenimento occidentale e li ripresenta in chiave interessante e soprattutto mai vista prima.

*Barbara Pietrasanta, artista e direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria Anyway, è esperta in comunicazione e linguaggi visivi dei Paesi emergenti asiatici. Segue numerosi progetti di Brand italiane sul  territorio cinese e indiano e progetti di formazione a Shanghai. Ha scritto il saggio L’ideogramma al neon. Pubblicità, comunicazione e lifestyle in Cina.