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Dal documento alla fotografia monumentale

Reporter, artista, aspirante attore. Balthasar Burkhard con le sue immagini ha contribuito a rivoluzionare il moderno linguaggio fotografico. Al LAC di Lugano fino al 30 settembre in mostra le sue opere: una rivelazione.

LAC Lugano-Balthasar Burkhard, Il Ginocchio 1983
LAC Lugano-Balthasar Burkhard, Il Ginocchio 1983 | Foto di Gianmario Marras

Decifrare una fotografia non è mai facile: a volte la sua forza si manifesta immediata, altre volte si fa spazio lentamente come una goccia d’acqua sulla pietra nuda. È il caso delle immagini di Balthasar Burkhard esposte al museo LAC di Lugano fino al 30 settembre per la mostra «Dal documento alla fotografia monumentale». Nato a Berna nel 1944,  Burkhard comincia a fotografare giovanissimo, immortalando paesaggi durante una gita scolastica. Incoraggiato dal padre prosegue e nel 1963 realizza “Auf der Alp” il suo primo lavoro indipendente, grazie al quale vince una borsa di studio. Diventato fotogiornalista freelance documenta la vita artistica bernese, orientando sempre più il suo interesse nel campo della fotografia d’arte.

LAC Lugano-Balthasar Burkhard: Il letto 1969/70
LAC Lugano-Balthasar Burkhard: Il letto 1969/70 | Foto di Gianmario Marras

All’inizio degli anni Settanta realizza le sue prime foto in grande formato, stampandole su drappi di tela. Si trasferisce poi negli Stati Uniti, insegnando all’Università dell’Illinois e tentando senza successo la carriera di attore. Rientrato in Svizzera nel 1982, realizza per una mostra scatti dedicati al corpo umano: particolari che stampati in formato gigante creano una singolare suggestione. Nel frattempo riprende a viaggiare e ispirato ai dipinti di paesaggio di Gustave Courbet (l’autore dell’ L’origine du monde) punta l’obiettivo su grandi scenari naturali. La sua opera è quanto mai varia: dalla fotografia industriale (per Herzog&De Meuron) ai libri per bambini per i quali realizza i ritratti di animali: leone, struzzo, cammello su fondali da studio. Ancora in viaggio, osserva il mondo dall’alto con riprese aeree di città, deserti e montagne, senza trascurare i particolari minuti come  mostrano le immagini ravvicinate di soggetti botanici. In mostra, le immagini vengono proposte in formato gigante, in uno straniante bianco e nero dalla grana grossa.

LAC Lugano-Balthasar Burkhard, Cammello 1997
LAC Lugano-Balthasar Burkhard, Cammello 1997 | Foto di Gianmario Marras

«Una fotografia è sempre un’immagine duplice: mostra il suo oggetto e – più o meno visibile – “dietro”, il “controscatto”: l’immagine di colui che fotografa al momento della ripresa» lo ha detto il regista Wim Wenders e davanti alle foto in mostra al LAC di Lugano la riflessione rischia di trasformarsi in un enigma. Chi era veramente Balthasar Burkhard, cosa nascondeva nell’animo? E quanto può ancora rivelare oggi una fotografia? Burkhard è scomparso nel 2010, gli interrogativi rimangono.

LAC Lugano-Balthasar Burkhard: Fiori e Natura
LAC Lugano-Balthasar Burkhard: Fiori e Natura | Foto di Gianmario Marras

La Mostra

Organizzata in collaborazione con il Folkwang Museum di Essen, il Fotomuseum e la Fotostiftung di Winterthur, ripropone le opere di Burkhard partendo dalla sua attività di fotogiornalista sulla scena artistica bernese e internazionale, per arrivare alle opere di ricerca più rappresentative. riproduzioni in grande formato di animali, corpi umani, paesaggi e città.

LAC Lugano Arte e Cultura Piazza Bernardino Luini 6.

Orari: Martedì – domenica dalle 10:00 alle 18:00;  Giovedì aperto fino alle 20:00; Lunedì chiuso.

Ingresso: Esposizioni temporanee Chf 15, Ridotto Chf 10; Gratuito ogni primo giovedì del mese dalle 17:00 alle 20:00; Collezione permanente gratuito.