Le Coucou, Méribel, Francia
Anche se ha aperto nel 2019, questa è la sua prima stagione vera e propria. L’hotel è stato costruito sulle piste di Les 3 Vallées, il più grande comprensorio sciistico sulle Alpi francesi, e senz’altro uno dei più frequentati. L’atmosfera è allegra, con affreschi naif sulla montagna, stanze dei giochi per i bambini e per gli adolescenti (c’è anche il tavolo da ping pong che diventa da biliardo), la vista è spettacolare da ogni finestra e dalla piscina, mezza coperta e mezza fuori. Si comincia con una colazione sostanziosa, per chi deve sciare. Al ritorno si mangia al Beef Bar, con carni di ogni taglio buonissime (mai mangiata un’entrecote così tenera!), e il ristorante italiano non delude un italiano puntiglioso. Fantastica la ski room, con scalda-guanti e scarponi. Le camere sono poche (72), ma per chi vuole isolarsi ci sono due chalet con ingresso e spa indipendente. L’hotel fa parte della collezione famigliare Maisons Pariente, che a ottobre 2022 apre nel Marais a Parigi. lecoucoumeribel.com/
The Woodward, Ginevra
Lo stato dell’arte dell’ospitalità oggi passa da scelte stilistiche di domotica e alto artigianato. The Woodward, il nuovo hotel di Oetker Collection a Ginevra, è emblematico: gli interni sono di Pierre-Yves Rochon, la star dell’alta hotellerie classica, che ama gli arredi su misura e i dettagli rifiniti a mano. Quando entri nella tua stanza (a volte direttamente con l’ascensore) ci metti un attimo a capire come funzionano i comandi: luci, temperatura, tende si azionano da sole in base alla programmazione impostata dall’ospite (nel mio caso mi sono adeguata a quelle del mio predecessore, onde evitare frustrazione tecnologica), e persino il coperchio del water si solleva non appena ti avvicini. Ho pensato che ci vuole meno ad alzarlo a mano, ma sarebbe stata una battaglia inutile e mi sono arresa anche a quel privilegio non richiesto e mi limito a dire che ci vorrebbero troppe parole per spiegare il telecomando che aziona sciacquone, bidet e fon. Se hai le scarpe sporche, basta lasciarle fuori dalla porta per ritrovarle nell’armadio senza che nessuno sia passato dalla stanza (c’è una porticina nel corridoio, connessa con l’armadio). Gli spazi comuni sono sontuosi e accoglienti, con il filo conduttore di fotografie in bianco e nero del jet set, delle star e di quegli anni gloriosi di cui abbiamo un po’ di nostalgia. Al piano strada c’è il famoso ristorante L’Atelier Robuchon, ma io ho amato il bistrot Le Jardinier, dove lo chef Olivier Jean usa prodotti genuini del territorio: il pollo di campagna con la crema di mais e il dolce di pere e castagne sono i piatti più memorabili assaggiati nel 2021. Mentre il trattamento al viso nella spa Guerlain è uno dei migliori mai provati. oetkercollection.com/hotels/the-woodward/
Hotel de Paris, Monte-Carlo
Questo cinque stelle lusso appartiene alla storia dell’alta ospitalità. Base della Dolce Vita in Costa Azzurra, è da sempre frequentato dal jet set e dagli ultramilionari che hanno reso celebri i pomeriggi e le nottate al Le Bar Américain, le feste da ballo nei sontuosi saloni tutti stucchi e chandelier, le cene al ristorante tre stelle Michelin Le Louis VX di Alain Ducasse. L’albergo come la place du Casino su cui si affaccia sono stati restaurati e trasformati in moderni scenari dell’intrattenimento e delle vacanze di lusso. Nelle camere, con ampie cabine armadio e sale da bagno in marmo bianco, ci sono opere d’arte e macchine per il caffè a scomparsa, balconi aperti sulla piazza, verso il mare o sul patio. Agli ultimi piani, dove si trovano le due suite presidenziali dedicate alla Principessa Grace e al Principe Ranieri, c’è anche il centro benessere e la nuova area con bar, piscina e sdraio per prendere il sole tra i grattacieli, un olimpo divertente ed estraniante. Anche la colazione si fa ai piani alti, con una vista sul mare aperto inondato dal sole del mattino. montecarlosbm.com