GOURMET

Corbezzoli! Che esperienza

Al Relais Bellaria di Bologna, lo chef Giuseppe Tarantino giuda il ristorante Corbezzoli come un direttore d’orchestra. E le sinfonie dei piatti sprigionano note armoniche uniche.

Corbezzoli, un tempo, era un’esclamazione di meraviglia e stupore. Ora è il nome di un ristorante di Bologna da annotarsi e tenere a mente, insieme al nome di chi dal 2017 lo dirige con la competenza e la professionalità di un maestro d’orchestra.

Si tratta dello chef Giuseppe Tarantino, 38 anni, che al Relais Bellaria di Bologna – un’ex serra parzialmente interrata, in passato sede di un allevamento di lumache – si è ricavato un’area operativa di altissimo livello: una brigata di cucina con 8 collaboratori in giacca bianca e una sala minimal con tavoli rotondi e molta luminosità dove servire e far gustare al meglio le sue creazioni gourmet.

Lo chef Giuseppe Tarantino
Lo chef Giuseppe Tarantino

In cucina Giuseppe Tarantino esprime dedizione, cura, attenzione estrema a ciò che fa.

Dedizione verso i clienti, cura per i particolari, attenzione alla materia prima. Il tutto maturato con l’esperienza nei grandi numeri del catering e poi affinato durante gli incontri, nella sua carriera, con numerosi chef stellati.

Campano di nascita ed emiliano di adozione, Giuseppe Tarantino al ristorante Corbezzoli di Bologna, propone una cucina mediterranea che attinge dalla tavolozza gastronomica delle due regioni. Ispirandosi a ricette povere delle rispettive tradizioni e tenendo fede ai valori della dieta mediterranea, Tarantino ha un occhio di riguardo per la sostenibilità, tema importante nella ristorazione di questi ultimi anni, che si concretizza con una costante e scrupolosa gestione dello spreco.

Nel piatto la fanno da padroni il pesce e la carne, materie prime di una cucina schietta, ma anche le erbe spontanee quali il tarassaco e il crescione trovano combinazioni inedite e piacevoli. Il ristorante fine dining Corbezzoli si rivolge alla clientela dell’albergo ma anche al target local che ricerca food experience uniche. Le pietanze sono accompagnate  da vini adeguati, scelti da una assortita carta di etichette nazionali e internazionali.

I piatti di entrata, amuse bouche e antipasti, sono solo l’ingresso e il benvenuto al piacere che si preannuncia durante l’uscita delle varie portate. Al palato si sente tutta la bravura per le cotture e le consistenze, la perizia nella fusione di sapori e condimenti, la giusta chimica – e a tratti alchimia – che unisce e amalgama gli ingredienti. Che, naturalmente, si sposano bene coi vini.

Controfiletto di cervo, estratto di rape e frutti rossi, cavolo cappuccio allo champagne e semi tostati

Il voto che si assegna a questo percorso degustazione è sicuramente alto, sommatoria della eccellente valutazione accumulata dalle singole portate che, giunti al termine, qualificano l’intera cena. Specialmente quando, in chiusura, arriva in tavola il dessert a base di mandorla: una quenelle bianchissima perfetta agli occhi e in bocca, con una foglia d’argento adagiata delicatamente sulla sommità. E una spruzzata di zucchero a velo a completamento. Un semifreddo che alle papille rilascia il piacere dei  sentori primari, senz’altra aggiunta se non la perizia di riproporre, anche visivamente, la forma ogivale della mandorla.

Va da sé che, socchiusi gli occhi, dopo questa memorabile esperienza gourmand, vien da esclamare proprio: Corbezzoli!