
Se c’è un libro che in questi giorni può aiutare a far sognare un po’ in vista del prossimo viaggio, è Border, l’ultimo lavoro della scrittrice bulgara Kapka Kassabova, cresciuta in Nuova Zelanda, che oggi vive nelle Highlands scozzesi, pubblicato da Granta e ora tradotto in italiano da Edt con il titolo Confine. Viaggio al termine dell’Europa. È uno dei migliori libri di viaggi che leggerete in questo periodo, uno di quelli che fa venire voglia di prendere un aereo, noleggiare una macchina e andare alla scoperta. Di cosa? Confine racconta una zona off the radar che quasi mai appare nelle mappe dei viaggiatori occidentali -l’antica Tracia-, una zona dove realtà, storia e leggenda si fondono talmente tanto da non capire più dove finisca l’una e inizino le altre. È un libro che parla di quel territorio misterioso tra Bulgaria, Grecia e Turchia dove storia umana e racconti mitologici si intrecciano indissolubilmente, un territorio dove, come dice l’autrice, i confini fanno il loro compito, dividendo, ma che, proprio come ogni punto di confine, non separa e basta, si trasforma in un luogo di incontri e di passaggi.

Kassabova, cresciuta nella Bulgaria comunista, narra in modo lirico, coinvolgente e ironico di questi luoghi dove in estate le famiglie andavano al mare -la Riviera Rossa-, ma dove a pochi metri di distanza i militari e i servizi segreti sorvegliavano tutto (e tutti) e uccidevano senza pietà coloro -soprattutto i tedeschi dell’Est che ritenevano più facile percorrere questa linea che scavalcare il Muro- che provavano ad oltrepassare quel confine che divideva, e divide tuttora, tre popoli, tre culture, tre mondi diversi. Confine è un libro che racconta di mitologia popolare, di riti su braci ardenti, di feste del fuoco, di icone antiche, di draghi che cambiano forma e di santuari nella roccia. È un libro che fa imparare, che insegna di luoghi geografici, contesti storici e tradizioni secolari del sud dei Balcani. Racconta anche di persone, come i Pomacchi, una minoranza bulgara convertita all’Islam in epoca ottomana, di gente scacciata dalla propria terra come i bulgari costretti a vivere in Turchia o i greci allontanati dal Ponto e finiti oltre la frontiera, in quegli scambi di popolazioni che tra fine Ottocento e inizio Novecento hanno interessato gran parte dei popoli della penisola balcanica. E racconta, infine, anche di gente in fuga, come i migranti dei giorni nostri che cercano di oltrepassare quella triplice linea, apparentemente invisibile, per andare a scoprire se di là, oltre il confine, c’è qualcosa di meglio.
Confine. Viaggio al termine dell’Europa. Kapa Kassabova, Edt, 2019
