Prendendo a prestito il gergo navale, quella dell’albergo nautico è sicuramente una proposta abbordabile che ha bisogno tuttavia di prendere il suo campo di giro.
Per la tracciatura della rotta, intanto, la Regione Autonoma della Sardegna ha legiferato già nel 2021 con la legge 13 il riconoscimento dell’albergo nautico diffuso, che con i suoi cinque articoli va ad aggiungersi all’impianto normativo del 2017 che disciplinava il boat&beakfast.
Stiamo parlando, stavolta, di turismo all’aria aperta e a pieno contatto con la natura, in strutture non stanziali ma in movimento – catamarani, panfili, barche a vela – con ospitalità e posti letto non più in edifici ma all’interno di imbarcazioni.
Un hotel galleggiante, insomma.

La proposta di albergo nautico è al momento inedita in Italia e ha avuto il suo varo in Gallura, precisamente a Olbia, capitale della nautica della Sardegna e del Mediterraneo, sia nei fatti che nei numeri.
Il convegno si è tenuto al Museo Archeologico di Olbia, con una quindicina di relatori in presenza e in remoto.
L’abbrivio è di Assonautica Nord Sardegna, con socio unico la Camera di Commercio di Sassari, ed è un sogno che è già realtà, poiché la strada – o meglio la scia – è allo stato attuale e soprattutto dopo il convegno del 7 ottobre 2022, molto ben definita.

L’albergo nautico si rivolge a un segmento elevato di viaggiatori e può generare business e opportunità di sviluppo per il cosiddetto turismo del futuro o turismo verde.
Il cliente tipo? Sensibile alle esperienze open air, attento all’ambiente in zone costiere balneabili e amante del bello.
L’offerta? Esperienze di viaggio dove il tempo è scandito dalla natura, per sua stessa essenza priva di condizionamenti esterni.
Un turismo definito incrementale, in quanto non toglie scena agli attori già presenti ma anzi stimola flussi di incoming aggiuntivi; un turismo che consente uno sviluppo dei flussi senza tradursi in cementificazione; un turismo da agevolare preparando il mare: studiando rade e dislocando gavitelli.
E dettando regole per un utilizzo rispettoso dei fondali.
Ospitalità a bordo
Per capire bene il progetto di albergo nautico diffuso, i promotori chiariscono subito di cosa non si tratta.
Non è charteraggio, nè noleggio.
È attività imprenditoriale alberghiera a tutti gli effetti, organizzata e stabile e quindi con una propria sede e personale diretto. I servizi vengono gestiti, 24 ore su 24, come negli hotel: con prenotazioni, accoglienza, pulizia e cambio biancheria nelle unità da diporto, che sono in tutto e per tutto assimilabili ad appartamenti e pertanto dotate di tutti i servizi e comfort.

Il turista nautico non è un velista esperto e infatti gli studi condotti dai relatori intervenuti al convegno hanno dimostrato che questa tipologia di viaggiatore ama scendere a terra e usufruire dei servizi offerti dai borghi: la Maddalena, Cannigione e Bonifacio sono alcune delle mete più frequentate.
Nella fattispecie, dunque, il turista nautico loca un appartamento galleggiante (la barca a vela) per una o più settimane e si sposta lungo le coste della Sardegna e della Corsica usufruendo, al contempo, dei servizi centralizzati forniti dalle società.
Le barche a vela adibite ad albergo nautico sono progettate specificamente per tale utilizzo.
Attualmente la Sardegna offre circa 300 barche a vela per questa forma di ospitalità, mentre la Croazia ha una flotta di circa 6000 unità, consolidata in dieci anni.
Nel giro di due anni la Sardegna potrebbe portarsi a 1000 unità, con un investimento complessivo di 220 milioni di euro nel settore dell’albergo nautico.
Soprattutto, però, potrebbe assumere, a buon diritto, il ruolo di volano di questa nuova forma di ospitalità itinerante, in grado di valorizzare anche i tratti di costa meridionali dell’isola.
Benvenuti a bordo di questo edificante progetto: buon vento!