
Il Colle del Gran San Bernardo, passo alpino a quota 2.473 al confine tra la Valle d’Aosta e lo svizzero Canton Vallese, è un luogo ricco di storia. Basti pensare alla celebre opera pittorica Bonaparte valica le Alpi, dipinta dal pittore francese Jacques-Louis David, dove il Primo console è ritratto nel momento in cui, nel maggio del 1800, attraversa questo Colle insieme all’armata che lo accompagnerà nella trionfale seconda campagna d’Italia. Osservando con attenzione il quadro, si nota che sulla roccia in primo piano, oltre al nome di Napoleone, sono incisi anche quelli di altri due importanti personaggi storici che passarono di qui prima del francese: Annibale e Carlomagno. Molti studiosi ritengono che il cartaginese e il sovrano dell’Impero carolingio con le loro truppe abbiano attraversato la catena alpina altrove, ma di fatto le ricerche storiche e i numerosi ritrovamenti archeologici dimostrano che questo importante valico era già noto e utilizzato in epoca preistorica e, molto probabilmente, i suoi primi colonizzatori furono gli Etruschi. Ai tempi dell’Impero romano su questo Colle, che consentiva a soldati e commercianti di raggiungere le province nordoccidentali, sorgeva un tempio dedicato a Giove Pennino – edificato nel punto dove in epoca più remota veniva venerato il dio Pen celtico – nei dintorni del quale sono state ritovate tavolette votive in bronzo, probabilmente lasciate dai viaggiatori come ringraziamento per essere riusciti ad arrivare sani e salvi in quota e per propiziarsi un ritorno altrettanto fortunato.

Oggi il passo del Gran San Bernardo, che segna il punto culminante della Via Francigena, è un luogo di solidarietà e preghiera, ma non solo. Il senso di spiritualità che aleggia in quello che è stato per secoli uno dei luoghi di transito più strategici d’Europa, è merito di San Bernardo di Mentone – località sul lago di Annecy in Alta Savoia – che intorno al 1050 costruì sul Colle un piccolo ospizio per accogliere e proteggere dal gelo invernale pellegrini e viandanti. Una vocazione millenaria all’ospitalità che continua tuttora, non solo d’estate ma anche in inverno, quando l’Hospice – così si chiama oggi, dopo i numerosi ampliamenti avvenuti nei secoli – rimane isolato dal resto del mondo per molti mesi (da ottobre alla fine di maggio) a causa della neve e del ghiaccio che costringono alla chiusura del passo.

Chi si avventura da queste parti con gli sci o con le ciaspole troverà sempre canonici e volontari pronto ad accoglierli: per avere un’idea di quanta gente passa di qui, ogni anno l’Hospice (https://gsbernard.com) e il vicino Auberge (aperto dall’inizio di giugno a metà ottobre, www.aubergehospice.ch) ospitano in totale 11.000 persone.

Nel primo si dorme in camerate con il bagno in comune e anche i pasti si fanno tutti insieme, mentre all’albergo ci sono camere doppie con bagni privati e si può mangiare al grazioso ristorante situato al pianterreno. Gli ospiti di entrambe le strutture, oltre a respirare una straordinaria atmosfera di spiritualità e convivialità, possono ammirare la più alta chiesa d’Europa, in stile barocco – la forma attuale risale al 1686 – impreziosita da affreschi e stalli lignei; il bellissimo Museo del tesoro che raccoglie numerosi cimeli sacri appartenenti alla Congrégation du Grand-Saint-Bernard; le Musée de l’Hospice dove si possono vedere più di un migliaio di reperti archeologici rinvenuti da queste parti in varie epoche storiche, le ricostruzioni degli ambienti dell’Hospice nel corso dei suoi quasi 1.000 anni di storia, collezioni di insetti, animali, minerali e specie botaniche, frutto delle ricerche dei numerosi e sapienti canonici vissuti qui.

Questa comunità religiosa è famosa anche per aver dato origine alla razza di quattrozampe in grado di soccorrere i viaggiatori in difficoltà: naturalmente stiamo parlando del San Bernardo, oggi cane nazionale svizzero, la cui presenza all’Hospice è documentata iconograficamente già nel 1695 e per iscritto fin dal 1707. Gli esemplari come li conosciamo oggi derivano da molossoidi un tempo molto diffusi nella zona, appartenenti ai contadini locali, che in poche generazioni sono stati allevati e selezionati secondo un modello ideale, dando origine alla razza odierna.

Il più leggendario tra i cani dell’Hospice – in passato utilizzati non solo per tracciare le piste nella neve fresca e il salvataggio dei viandanti dispersi tra i ghiacci e nella nebbia, ma anche per il trasporto di piccoli carichi o per muovere l’enorme spiedo della cucina dell’Hospice stesso – è sicuramente Barry I che visse 12 anni al Colle salvando la vita a più di 40 persone. Da questo eroico esemplare ha preso il nome la Fondation Barry che dal gennaio del 2005 ha assunto la proprietà e la gestione dell’allevamento precedentemente situato presso l’Hospice. Tale Fondazione si trova a Martigny, paese del Vallese a circa 40 minuti d’auto dal Gran San Bernardo (www.martigny.com), dove è stato creato un punto d’incontro tra esseri umani e quattrozampe, il Barryland (www.barryland.ch).

Presso questo allevamento, che ospita anche uno shopping point (www.barryshop.ch), un ristorante e un museo dedicato al cane San Bernardo, alla sua storia e alla sua presenza nella vita sociale, nell’arte, nella pubblicità, nel fumetto e nel cinema – chi non ricorda la saga Beethoven? – ci sono attualmente 27 femmine e 5 maschi. Del loro benessere si occupa un team composto da un responsabile, nove guardiani e tre apprendiste.

A Barryland adulti e bambini possono osservare da vicino i grandi cani, ospitati in confortevoli box, mentre giocano, riposano o vengono addestrati. A proposito di addestramento, è opportuno sottolineare che attualmente questa razza non viene più utilizzata per il soccorso alpino, ma svolge lo stesso un importante ruolo sociale: molti dei San Bernardo ospitati a Barryland vengono infatti impiegati per la pet therapy, l’assistenza a persone ammalate o handicappate, visite in case di riposo o scuole.

Se, però, desiderate vederli in azione nel loro ambiente naturale, non resta che tornare al Colle del Gran San Bernardo. Qui, nei mesi estivi, vengono infatti organizzate per i visitatori passeggiate in compagnia dei simpatici cagnoni lungo spettacolari sentieri ad alta quota (www.fondation-barry.ch): un’esperienza indimenticabile per adulti e bambini che ci rammenta anche quanto questi “eroi a quattrozampe” siano stati importanti non solo per la regione alpina, ma per le montagne di tutto il mondo.

Informazioni e prenotazioni: www.vallese.ch; www.saint-bernard.ch/it; www.pass-saint-bernard.ch/it; https://saint-bernard.ch/fr/activites/visites-terroir-et-patrimoine
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