Utrecht, Groniga, Amsterdam: i volti dell’Olanda a due ruote

In occasione dell’anno della bicicletta, l’Olanda delle due ruote si racconta attraverso numeri e curiosità che invitano a scoprirla. Con 19 milioni di biciclette l’Olanda ha infatti la densità più alta al mondo di due ruote per abitante. Ogni bambino olandese sostiene persino un esame per ottenere il diploma per la bicicletta!
Conosciuta come Opa- o Omafiets (la bicicletta del nonno o della nonna), la classica bicicletta usata e riparata è la più popolare tra gli olandesi, che ogni anno percorrono in sella 15 miliardi di chilometri.
L’Olanda ha addirittura un “Piano Ciclistico Nazionale” che prevede, tra l’altro, il pagamento del 52% di ogni bicicletta attraverso le tasse. Secondo una stima dell’Unione Ciclistica Olandese, ci sono 32.000 km di piste ciclabili, contro i 2.274 km di autostrade.
Dal 1880 al 1940, persino l’esercito olandese aveva un reggimento in bicicletta, il Militaire Wielrijders, completo di banda musicale.
Ogni anno vengono ripescate dai canali di Amsterdam quasi 900 biciclette: durante la “stagione di pesca delle biciclette” gli studenti possono prendere possesso delle bici non registrate come rubate.
Il comune di Wageningen, nel cuore dell’Olanda, ha introdotto la prima pista ciclabile riscaldata. La sezione di pista ciclabile, lunga 50 metri, è realizzata con un cemento in grado di auto riscaldarsi naturalmente attraverso l’accumulo e il successivo rilascio di energia e calore solare. Le lastre di cemento riscaldate presentano diversi vantaggi: garantiscono maggiore sicurezza ai ciclisti poiché non gelano mai e per questo non rendono necessario lo spargimento di sale, responsabile delle alterazioni alle aree naturali circostanti, che non vengono quindi compromesse. Infine, non necessitano di manutenzione e sono riciclabili al 100%.
Altro aspetto innovativo di questo tratto ciclabile è la realizzazione, prevista nel corso di quest’anno, dell’indicatore di percorso “Glow in the dark”, che durante la notte rende luminosa la superficie della pista. L’asfalto che la costituisce, infatti, si ricarica e trattiene la luce del sole durante il giorno, per poi rilasciarla in forma luminosa nelle ore buie.
I percorsi ciclabili riscaldati aumentano dunque la sicurezza dei ciclisti, prevengono molti incidenti e sono un incentivo ad utilizzare la bici più spesso, anche in condizioni atmosferiche sfavorevoli.
Nel 2015 il Tour de France torna in Olanda: dopo cinque anni, il più grande evento ciclistico del mondo parte proprio da una città bike friendly, Utrecht. Proprio qui si trova la pista ciclabile più antica d’Olanda: nel settembre del 1885 la strada pedonale sulla Maliebaan di Utrecht fu aperta al transito delle biciclette ogni domenica pomeriggio, diventando successivamente una vera e propria pista ciclabile. Dallo scorso agosto a Utrecht è stata aperta la prima fermata per un passaggio in bicicletta, con apposito cartello. Basta sollevare il pollice e attendere che un ciclista offra un passaggio. Se in un primo momento il comune di Utrecht ha fatto rimuovere il cartello perché installato senza autorizzazione, se ne sta ora considerando l’introduzione ufficiale anche in altri punti della città. Un altro tema caldo anche per le due ruote è quello dei parcheggi. Intorno alla Stazione Centrale di Utrecht è prevista la realizzazione del parcheggio per biciclette più grande del mondo: 12.500 posti coperti e altri 33.000 nuovi parcheggi, due terzi dei quali fuori dalla stazione ferroviaria. In giro per Utrecht è inoltre possibile trovare le Traffic Barbies. Troppo spesso i ciclisti dimenticano di segnalare la direzione in prossimità di incroci pericolosi: ecco che su alcuni semafori sono state posizionate delle Barbie che ricordano simpaticamente ai ciclisti di indicare la direzione. Molte delle Barbie sono state “rapite”, ma l’azione ha raggiunto il suo scopo. Questi sono solo alcuni degli interventi che la città di Utrecht ha messo in atto per promuovere l’utilizzo consapevole della bicicletta.
Se l’Olanda è il paese ideale per chi ama andare in bicicletta, pare che non esista città più ottimale di Groninga in questo senso. Il 50% degli spostamenti avviene in bici (60% nel centro città) e i suoi 190.000 abitanti sfruttano questo mezzo circa 10 volte a settimana. Ci si muove in bicicletta per fare praticamente qualsiasi cosa, anche fare acquisti all’IKEA: se non possiedi una bici a rimorchio, te ne viene fornita una.
E non è la qualità dell’aria a rendere possibile tutto questo, bensì il contrario: il clima salutare di Groninga è il risultato di una precisa politica di oltre trent’anni fa, che ha valorizzato le caratteristiche già favorevoli della città. Nel 1977 la parte centrale di Groninga è stata divisa in quattro quadranti ed è stato decretato che non si potesse passare da un quadrante all’altro con l’automobile. Gli automobilisti possono cambiare quadrante solo attraverso la circonvallazione, con la conseguente “esternizzazione” del traffico e dei problemi derivanti da esso (inquinamento, rumore, incidenti). Tale limitazione non è applicata ai ciclisti e spostarsi in bici diventa la soluzione più rapida e comoda per muoversi in città, oltre che la più economica. Inizialmente il provvedimento ha ricevuto parecchie critiche, in particolare dai negozianti che temevano di rimetterci se i clienti non avessero potuto raggiungere i loro negozi in automobile. E invece la gente, dagli studenti ai più anziani, si è adattata e ha cominciato a usare di più la bicicletta.
Negli ultimi vent’anni il comune di Groninga ha investito circa 40 milioni di euro per costruire nuove piste ciclabili e ristrutturare quelle esistenti (quasi ogni carreggiata presenta una pista ciclabile su entrambi i lati), costruire parcheggi per le biciclette (quello della stazione ha 5000 posti, è gratuito e sorvegliato 24 ore su 24) e trasformare gli incroci in rotatorie con attraversamento privilegiato per i ciclisti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e oggi Groninga è conosciuta per essere una città a misura di ciclista come nessun’altra al mondo.
http://toerisme.groningen.nl/it
La bicicletta è il mezzo di trasporto più importante e popolare ad Amsterdam, e il suo utilizzo è aumentato di più del 40% negli ultimi vent’anni. In media, tutti gli abitanti della capitale olandese percorrono ogni giorno migliaia di chilometri, e le piste ciclabili devono essere continuamente riadattate per accogliere il crescente volume del traffico a due ruote. Anche le rastrelliere sovraccariche collocate vicino alle stazioni incominciano a costituire un ostacolo per l’accessibilità. Il consiglio comunale di Amsterdam ha quindi deciso di accelerare l’introduzione di ulteriori misure per agevolare i ciclisti in città. I nuovi provvedimenti vanno a completare il Meerjarenplan Fiets, un piano a lungo termine dedicato alle biciclette, che prevede l’aggiunta di 40.000 parcheggi e 15 chilometri di nuove piste ciclabili ad Amsterdam. Il programma prevede inoltre l’introduzione delle cosiddette “onde verdi” per migliorare il flusso di traffico ciclistico, ampliando gli incroci e designando incaricati con il compito di rimuovere le biciclette abbandonate e in disuso.
La città ha deciso di introdurre misure aggiuntive come ad esempio la presenza di addetti preposti alla rimozione delle biciclette in disuso abbandonate nelle rastrelliere, l’introduzione del tempo limite di parcheggio presso i parcheggi per biciclette (già in vigore in alcuni luoghi della città), ulteriori possibilità di parcheggio temporanee nei pressi della Stazione Centrale, e dei punti di raccolta bici “pop-up”, che possono essere allestiti in qualsiasi luogo e momento di particolare congestione del traffico su due ruote.
Queste nuove misure a breve termine vanno ad integrare il piano dedicato alla viabilità ciclistica Meerjarenplan Fiets 2012-2016. Una parte del piano a lungo termine prevede invece la creazione di punti di raccolta sotterranei presso la Stazione Centrale, Leidseplein e lungo il tragitto della nuova linea metropolitana che porta da nord a sud della città, che si prevede di completatare nel 2016.
Utilizzata da persone altolocate e da gente umile, la bicicletta è il grande livellatore sociale di Amsterdam, con più del 50% di spostamenti all’interno della città attraverso la due ruote più ecologica. Ad Amsterdam, la bici ‘non fa il monaco’: non è difficile infatti trovarne di antiche e anche un po’ arrugginite, spesso personalizzate con disegni fatti a mano e con catene antifurto e chiavi tenute insieme con del nastro isolante. Evidentemente, gli abitanti della città sono consapevoli che una bella bicicletta può essere rubata più facilmente. Si stima che nella capitale vengano rubate ben 50.000 biciclette l’anno. Tuttavia, le cose funzionano davvero bene. Ora che molte città nel mondo devono affrontare il problema del traffico, l’inquinamento e il poco spazio per parcheggi, guardano ad Amsterdam e scoprono che la soluzione consiste proprio nella popolare due ruote. Considerando la sua natura piatta, è facile pensare che Amsterdam sia stata molto agevolata nell’utilizzo della bicicletta, ma anche gli abitanti della città hanno giocato un ruolo fondamentale nella diffusione del mezzo. L’ormai diffusa pratica del bike sharing per esempio, trova la sua ispirazione nel “White Bike Plan” del 1965, il primo programma di condivisione della bicicletta concepito dal politico radicale Luud Schimmelpennik in collaborazione con il movimento Provo. A partire dagli anni ’70 poi, la legislazione e gli investimenti hanno reso l’uso dell’auto in città sempre più oneroso e pedalare molto più conveniente, anche in termini di tempo: un viaggio in auto per attraversare la città richiederebbe un’ora, mentre in bicicletta si impiega addirittura la metà. Nel campo della produzione di biciclette, molti imprenditori di Amsterdam hanno l’opportunità di diventare leader del settore: una bici prodotta ad Amsterdam gode di ottimo prestigio nel mercato mondiale. Le biciclette di Vanmoof ad esempio, con un sistema di blocco catena integrato, si sono già guadagnate una serie di premi internazionali per il design.