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Chi salverà Pompei

L’università di Monaco ha predisposto un piano decennale per il recupero e la messa in sicurezza del sito archeologico

L’università di Monaco ha predisposto un piano decennale per il recupero e la messa in sicurezza del sito archeologico
Ci sono la passione e il lavoro di due archeologi e un restauratore dietro il “Pompeii sustainable preservation project” che la Tecnische Universität di Monaco di Baviera, l’istituto di ricerca Fraunhofer di Stoccarda e l’Iccrom hanno messo a punto per gli scavi archeologici di Pompei. Un progetto che ha suscitato l’interesse dell’Unione degli industriali di Napoli. Proprio sul sito della Tum, nella home page, campeggia una immagine degli scavi con la scritta in tedesco che dice: “Impedire il secondo seppellimento di Pompei”.

“L’ennesima dimostrazione – ragiona il presidente Paolo Graziano – di quanto sia di eccezionale rilievo internazionale l’area archeologica vesuviana. L’Unione industriali da tempo è impegnata in questa direzione, avendo promosso un progetto di riqualificazione del contesto esterno agli scavi secondo standard di qualità, efficienza e redditività capaci di fare dell’area vesuviana uno straordinario polo di attrazione turistico culturale”.
Se il restauratore Ralf Kilian dell’Istituto di fisica delle costruzioni del Fraunhofer si occuperà di nuove tecnologie per il restauro delle architetture antiche, gli archeologi Albrecht Matthaei e Anna Anguissola puntano sul valore innovativo del progetto. Matthaei è ricercatore della fondazione Gerda Henkel presso l’Università Roma III, scavò nella casa dei Postumi a Pompei sotto la guida del professore Jens-Arne Dickmann dell’Istituto archeologico germanico di Roma dal 1997 al 2001, mentre Anna Anguissola è archeologa presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, e viene dalla Scuola normale di Pisa.