Ci si arriva percorrendo la Valle del Nera, immersi in un paesaggio verdissimo, integro, antico.
Quasi al confine con le Marche, Castello di Postignano è il paradigma del recupero di un bene di quel patrimonio italiano definito minore (ma che minore non è). Costruito fra il X e l’XI sec, ha case strette fra loro, addossate ad un pendio impervio, torri alte fino a 25 metri, tutto realizzato dagli stessi abitanti con tecniche che hanno sfidato i secoli e con un innato senso di coerenza ed armonia. Perfetto esempio di architettura senza architetti.
Fu Borgo di ricca economia per attività di tintura e lavorazione dell’acciaio, decadde in tempi più recenti, ed era destinato a scomparire. Alla fine degli anni ‘50, a causa di uno smottamento di terreno gli abitanti furono obbligati per decreto a lasciarlo e il borgo rimase per decenni in abbandono. Fu per caso che uno degli attuali proprietari sbagliando strada, lo scoprì e decise di tentarne il recupero. Un percorso arduo, irto di difficoltà burocratiche, e ambientali – fra l’altro anche il terremoto del 1997 – non fu facile rintracciare i proprietari emigrati in altri continenti e sono stati necessari più di 200 rogiti notarili per acquisire la proprietà di tutti gli immobili. A maggiore tutela del borgo, nel 2004 la proprietà (Architetti Matteo Scaramella e Gennaro Matacena) chiese alla Soprintendenza il vincolo di tutela del Borgo, sottoponendosi volontariamente alle limitazioni che tale vincolo impone e Postignano è stato dichiarato monumento d’interesse nazionale dal Ministero dei beni culturali e ambientali.
Adesso è rinato, un orgoglio per chi è riuscito nell’impresa, un orgoglio per il territorio, un modello da seguire.

22 appartamenti (alcuni acquistati sia da proprietari italiani che stranieri). Recupero, Restauro, Consolidamento antisismico, nessuna superfetazione, il borgo è intatto, bello, armonioso, e ora deve solo nuovamente rivestirsi della patina del tempo. Le case hanno le tinte pastello degli affreschi giotteschi, all’interno le Suites rispettano le cubature originali. Piccoli appartamenti tutti diversi e di diversa misura, con soffitti a travi in legno, muri spessi, nicchie, scale, caminetti, pavimenti in cotto fatto a mano, mobili rustici d’epoca, tessuti di alto artigianato firmati Mastro Raphael e ovviamente tutti i confort di una moderna ospitalità. Le case sono diffuse e si raggiungono percorrendo viuzze, passando sotto archi e sottoportici, sostando su terrazze panoramiche e poggioli con panchine di meditazione davanti ad un panorama di assoluta silenziosa grandiosità.
Completano l’offerta due botteghe e ben 4 luoghi per il mangiare: la trattoria, la terrazza, il forno per la pizza all’aperto e la Tavola Rossa (da 2 a 12 ospiti) dove lo chef Vincenzo Guarino propone il suo teatro gastronomico. Il suo menù è la sua biografia, il racconto della sua vita, con lo zoccolo duro di Ischia e Sorrento sopra il quale si stratificano gli anni e le sue esperienze. Si avverte chiaramente la Toscana, e un domani di sicuro di aggiungerà un pò di Umbria. Un racconto che si snoda in ricette eleganti, generose per nobiltà di ingredienti e dal gusto compiacente.
Nella chiesina affrescata suona un quartetto di giovani artisti. Fuori dal borgo, ai piedi del colle, nascosta nel verde, c’è la piscina con un’area relax e accanto una piccola Spa
I nuovi progetti della proprietà prevedono nel 2024 l’apertura, dopo il restauro, in un edificio adiacente, di altre 20 suite e di una Spa di 600mq.
Vorremmo raccontare sempre storie così belle.
www.castellodipostignano.it.