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Buone castagne (e marroni) a tutti!

A San Zeno di Montagna, sopra il lago di Garda e alle pendici del Monte Baldo, da cinquant’anni si festeggiano castagne e marroni con una mostra mercato.
Tre weekend dedicati al frutto nel riccio

Qual è la differenza tra marroni e castagne?

Quanto ci impiega un albero di marroni o castagne a fruttare?

In cosa consiste la novena dei marroni?

Marroni di San Zeno di Montagna DOP (foto di Germana Cabrelle)

A queste e altre domande rispondono con competenza gli abitanti di San Zeno di Montagna (Verona), amena località sopra il lago di Garda e alle pendici del Monte Baldo.

San Zeno di Montagna (Verona) è considerato il balcone sul lago di Garda (foto di Germana Cabrelle)

I Sanzenati – questo il nome dei residenti – sono da sempre esperti del frutto nel riccio e da cinquant’anni lo festeggiano in piazza Schena con una mostra mercato dedicata.

Le colline dei castagni

San Zeno di Montagna si trova a 700 metri slm, l’altitudine ideale per i tantissimi castagneti che crescono sui declivi.

Molti di questi sono di proprietà di albergatori, gestiti come seconda attività.

Graziano Menegoni nel suo castagneto a San Zeno di Montagna (foto di Germana Cabrelle)

I castagni sono alberi secolari, che in autunno vengono lavorati con il metodo tradizionale della battitura, avvalendosi di una pertica di bambù per far precipitare i ricci a terra, cui fa seguito la raccolta con i guanti per proteggersi dalle spine, separazione dei frutti, novena e confezionamento.

Castagne e marroni: curiosità e bontà

Già, ma che cos’è la novena dei marroni?

La novena è un trattamento che prevede la sosta in ammollo dei marroni dentro un cassone riempito d’acqua.

La raccolta delle castagne: quasi una meditazione dinamica in compagnia di alberi secolari (foto di Germana Cabrelle)

Un procedimento che, con cambi regolari d’acqua ogni 3 giorni, impedisce che i marroni assumano una colorazione nera per ossidazione, consentendo al contempo una migliore maturazione della polpa grazie a una micro fermentazione indotta.

Nell’azienda di Graziano e Bruno Menegoni – che nel 2021 ha vinto il premio locale “Marrone d’Oro” – sono abitudini ricorrenti durante il processo produttivo di marroni e castagne.

Ricci sul terreno. A San Zeno di Montagna la castagna è regina (foto di Germana Cabrelle)

Già: e qual è la differenza tra marroni e castagne?

Una leggera striatura percettibile al tatto sul sottopancia, che nel marrone è presente, mentre la castagna ne è priva, risultando liscia, senza zigrinature.

Castagne e marroni ci impiegano vent’anni prima di andare in produzione” spiega paziente Graziano mentre ci accompagna nel regno incantato dei castagni, piante le cui foglie ondulate filtrano i raggi del tiepido sole autunnale.

Chi pianta castagni lo fa per i figli perché saranno loro a raccoglierne i frutti”.

La festa dei marroni: il modo migliore per gustarli

A partire da venerdì 22 ottobre 2022 e per tre fine settimana consecutivi, a San Zeno di Montagna si tiene la 19^ festa del marrone Dop.

Un piatto a base di marroni preparato da Taverna Kus (foto di Germana Cabrelle)

Sì, perché questa è stata la prima denominazione di origine protetta in Italia per quanto riguarda il marrone e l’unica riconosciuta in Europa, grazie anche all’interessamento, in passato, di Sandro Boscaini, presidente dell’azienda Masi produttrice di vini e soprattutto del celebre Amarone.

A proposito di vino: qual è l’abbinamento giusto con il marrone di San Zeno?

Risposta:  il Bardolino Doc, non fosse altro che per vicinanza geografica, come del resto l’olio Garda Dop.

La poetica silenziosa del castagneto (foto di Germana Cabrelle)

In passato i marroni erano il pane dei contadini, le proteine prima dell’inverno, mentre ora sono, per i sanzenati, un evento annuale  di festa e di cordialità.

La manifestazione, che compie mezzo secolo, è anche l’occasione per ricordare che questo prodotto è stato portato a livelli di eccellenza grazie ai produttori e ai ristoratori del posto, che hanno favorito il connubio cibo-vino. Ne è un esempio la Taverna Kus, che prepara piatti eccellenti a base di castagne e marroni.

Un doppio ramo diventa utensile per la raccolta dei ricci (foto di Germana Cabrelle)

Tre weekend dura la festa del marrone a San Zeno – 22/23 ottobre, 29/30/31 ottobre, 1 novembre 5/6 novembre 2022 – che per l’occasione diventa un piccolo villaggio con chioschi di degustazione dove,  in questa edizione 2022, si festeggia anche la migliore annata del nuovo secolo.

Quantità e qualità del frutto nel riccio

Quest’anno, infatti, la produzione di marroni  a San Zeno di Montagna – coltivati in circa 200 ettari complessivamente – si attesta sui 300 quintali, gran parte dei quali biologici.

Tutti sono confezionati direttamente dai produttori in retine chiuse con apposito sigillo.

Etichette per il confezionamento (foto di Germana Cabrelle)

Il miglior modo per degustare i marroni di San Zeno è arrosto o lessati, oppure come ingrediente principale di piatti tipici accompagnati dalla birra a base di castagne e dai vini locali.

Tutte specialità presenti nel menu della festa, dove non manca, naturalmente, il minestrone di marroni, ricetta tradizionale con verdure, fagioli e ovviamente marroni.

Un’ottima annata

Nonostante la siccità, l’annata 2022 è andata molto bene, tanto che abbiamo dovuto anticipare la raccolta di una decina di giorni – racconta il presidente del Marrone di San Zeno Dop Simone Campagnari.

Marroni di San Zeno di Montagna sopra il tavolo per la cernita (foto di Germana Cabrelle)

Fortunatamente – aggiunge – le piogge di agosto hanno permesso la corretta formazione del frutto che ora non ci resta che degustare nella sua sede deputata: la festa del marrone di San Zeno DOP, dove il luogo considerato il balcone sul lago di Garda fa da cornice spettacolare a una tradizione antica”.

Castagne e marroni: calde tradizioni autunnali

La castanicoltura, a San Zeno di Montagna, ha rappresentato nei secoli passati una risorsa economica importante stando  ai primi riferimenti storici sulla coltivazione della pianta, che risalgono al Medioevo.

Verso l’anno 1920 la coltura si è sviluppata ulteriormente insieme all’albero delle noci.

La denominazione di origine protetta Marrone di San Zeno ha ottenuto la registrazione europea nel 2003 e nello stesso anno si è costituito il Consorzio di Tutela del Marrone che riunisce oggi quaranta soci.

Il Consorzio si propone di difendere e tutelare la produzione e il commercio del Marrone di San Zeno Dop, l’uso della sua denominazione e di promuovere ogni iniziativa intesa a salvaguardarne la tipicità e le caratteristiche peculiari.

Buone castagne a tutti!

Marroni di San Zeno di Montagna appena raccolti (foto di Germana Cabrelle)