Alla fiera del viaggio di lusso conclusasi a Cannes lo scorso 4 dicembre, si teorizza sulla ridefinizione di lusso e si annunciano grandi opening in tutto il mondo

di Sara Magro
ILTM sta per International Luxury Travel Market, ovvero la fiera dei viaggi di lusso giunta alla XII edizione. Il format che è nato a Cannes, dove si è appena svolta dall’1 al 4 dicembre 2014, è stato poi replicato in altre città del mondo cruciali per il mercato del lusso. Quindi oltre l’appuntamento di Cannes, si hanno edizioni in Giappone, Brasile, Africa. E a proposito di Africa, il continente è senza dubbio sotto i riflettori, e l’editorialista sudafricano Justice Malala non manca di metterlo in evidenza durante il suo intervento al Global Forum che ha aperto la tre giorni del lusso. L’Africa è stata presentata come mercato emergente come meta e come potenziale clientela. A dispetto dell’ebola, che spaventa molti mal informati, ma riguarda solo il 10% dell’intero territorio,la progressiva democratizzazione del continente, seppur lenta, sta creando nuovi assetti sociali e nuove realtà imprenditoriali che presto si affermeranno anche sul mercato internazionale. Senza entrare nel merito dei processi che condurranno a questi risultati, si può senz’altro dire che le compagnie alberghiere di lusso hanno già cominciato a farci i conti. L’ntervento di Lauren Capelin (nella foto in alto) invece è focalizzato sullo sviluppo dell’Economia Collaborativa, che con app gratuite scaricabili sul cellulare rendono disponibili a un pubblico sempre più vasto un numero sempre maggiore di servizi, dall’affitto dell’abito da sera di Carolina Herrera (Renttherunaway) alla borsa di Chanel (Bagborroworsteal), dal club (Eleven James) alla penthouse a New York (airbnb), dall’auto con autista (Uber) all’elicottero privato (Blade). Musica, cinema, tv on demand, ma anche bike e car-sharing fanno già parte dei consumi di massa. La Collaborative Economy, che il Time ha definito una delle “10 idee che cambieranno il mondo” ha ampliato l’accessibilità di molti prodotti e lo ha fatto in tempi ultra rapidi, obbligando a ridefinire concetti come il lusso. Se prima era infatti la rarità e il prezzo a determinare l’esclusività, oggi devono essere altre qualità delle merci a renderle di lusso. Si parla di lusso come tempo di qualità da dedicare a se stessi, di esperienze sempre più personalizzate, o come dice Ted Teng, presidente di Leading Hotels of the World, «il lusso è qualcosa che si vorrebbe e di cui non si ha abbastanza, per esempio un buon piatto di pastasciutta in Texas!»
Il mercato del lusso sta cambiando, e vi si stanno affacciando nuovi clienti, per esempio i “new billionairs” arricchitisi in Angola, Swaziland, Nepal e Vietnam di cui parla Paul James alla sua presentazione alla stampa degli sviluppi di Starwood, che il prossimo anno prevede 16-18 aperture di alberghi della categoria luxury in tutto il mondo, e 200 tra tutti i brand del gruppo: Bogotà, Amsterdam, Istanbul, Goa, Macao, solo per dire i prossimi.
La notizia straordinaria di questa edizione di ILTM è proprio questa, tutte le compagnie di alberghi a cinque stelle e più hanno piani di crescita straordinari. Leading Hotels of the World annuncia la riapertura storica, nell’autunno 2015, dell’attesissimo Ritz di Parigi, in ristrutturazione da circa tre anni, mentre è prevista per febbraio la vernice di The Knickerbocker, altro storico indirizzo di Manhattan. Anche Belmond annuncia il primo treno di lusso in Irlanda, e The Peninsula l’acquisto di uno splendido stabile da ristruttura a Londra: quando sarà pronto, nel 2016, avrà vista su Hyde Park e Buckingham Palace. Four Seasons ha un programma fitto di inaugurazioni e management e lo stesso vale per Small Luxury Hotels e Preferred Hotels, che annunciano crescite ed espansioni. In Italia c’è grande attesa per il Mandarin Oriental di Milano, e sono in corso due immensi progetti a Venezia dove sono in costruzione e ristrutturazione due isole resort: San Clemente Palace di St Regis e il JW Marriott. Quest’ultimo progetto nell’ex ospedale della Laguna è di Matteo Thun che ha convertito l’edificio principale e le altre architetture dell’isola in un resort con 266 camere di cui alcune ville con piscina e loft su due piani, una spa immensa, un giardino all’italiana, orti e frutteti, con una produzione di olio già avviata. Nella chiesa ottocentesca sconsacrata ha ricavato invece una sontuosa sala da pranzo utilizzabile per banchetti o riunioni.
Sir Rocco Forte, proprietario dell’omonima catena di hotel di lusso, ha chiuso una partnership con l’FSI, il fondo strategico italiano, per occuparsi dell’hotellerie di lusso in Italia, prevedendo di raddoppiare i suoi alberghi (De Russie a Roma, Savoy a Firenze e Verdura a Sciacca in Sicilia) con nuovi indirizzi a Milano e Venezia. L’obiettivo è arrivare a 10-15 hotel nei prossimi cinque anni.
Anche i gruppi più piccoli del grande lusso hanno tante novità. COMO Hotels ha da poco inaugurato due resort – Point Yamu in Thailandia e Metropolitan a Miami- interamente progettati dall’architetto italiano Paola Navone, mentre Aman Resorts apre un hotel il 22 dicembre a Tokyo, mentre Six Senses ne ha in programma addirittura tre, a maggio nella valle del Douro (Portogallo), in luglio alle Seychelles e in autunno in China.
Davvero a Cannes si è respirata un’atmosfera di ottimismo che fa pensare che il turismo, per lungo tempo a venire e con l’aggiunta dei nuovi mercati, resterà ancora la più grande industria del mondo. E il nostro Belpaese dovrebbe senz’altro tenerne conto, considerando non solo l’elevata presenza di operatori italiano ad ILTM, ma anche l’alta percentuale di direttori, chef, bartender, maggiordomi, concierge italiani in molti prestigiosi e lussuosissimi alberghi in tutto il mondo.