
Quanto pesa il tempo che passa? Dal punto di vista psicologico si tratta indubbiamente di una percezione individuale, quindi è impossibile dare una risposta valida per tutti. Dal punto di vista fisico, invece, il responso c’è e per conoscerlo basta recarsi nel cuore di Berna, capitale della Svizzera, dove lo scorrere delle ore, dei minuti e dei secondi equivale a 149 chilogrammi, ovvero la massa del pendolo metallico che, con le sue oscillazioni, regola il movimento dell’antico orologio astronomico ospitato all’interno della Zytlogge, la torre simbolo della città. Per capire come funziona questo perfetto ed elegante congegno, ideato nelle forme attuali dal meccanico svizzero Kaspar Brunner attorno al 1530 e tuttora in funzione con quasi tutti gli ingranaggi originali dell’epoca, si consiglia una visita guidata (https://www.bern.com/it/detail/torre-dell-orologio-zytglogge): in circa 60 minuti, scanditi dall’incessante ticchettio dell’antico meccanismo, che consente anche di vedere la posizione del Sole nello Zodiaco nei vari periodi dell’anno e le fasi lunari, si potranno scoprire le storie remote custodite tra le mura della torre e ammirare il panorama sul centro storico della città, Patrimonio Unesco, con i suoi sei chilometri di portici medievali.

Allo scoccare dell’ora, però, meglio trovarsi all’esterno della Zytlogge, per ammirare la processione di figurine meccaniche che da secoli anima il quadrante orientale dell’orologio: prima appare un gallo che canta, poi c’è una sfilata di orsi ai quali succede Chronos, il dio del tempo, seguito a sua volta da un buffone, forse per ricordarci un po’ beffardamente che la freccia temporale scorre in una sola direzione e indietro non si torna. A proposito di irreversibilità, si dice che il movimento dell’orologio della Zytlogge abbia influenzato il pensiero del geniale fisico tedesco Albert Einstein che, dal 1902 al 1909, visse a Berna, lavorando presso l’allora Ufficio federale della proprietà intellettuale da lui stesso definito «il convento secolare dove hanno visto la luce le mie migliori idee». Tanto che nel 1905, durante il suo soggiornò in città, pubblicò la cosiddetta Teoria della Relatività ristretta scrivendo così un capitolo fondamentale della fisica moderna e dimostrando, guarda caso, che spazio e tempo non sono entità assolute, ma relative a chi le osserva.

A pochi passi dalla Torre dell’orologio, lungo l’elegante Kramgasse, costeggiata di facciate barocche aggiunte nel Settecento ai caratteristici portici medievali, si può visitare al numero civico 49 la casa dove lo scienziato soggiornò insieme alla moglie Mileva e al figlio Hans Albert: nell’appartamento al secondo piano sono esposti i mobili d’epoca, i quadri e i testi del fisico, supportati da moderni ed esplicativi sistemi espositivi (http://www.einstein-bern.ch). A questo incredibile personaggio è dedicato anche il Museo Einstein (situato all’interno del castello che ospita lo Historisches Museum, il Museo storico di Berna), una mostra permanente che ne illustra la vita e le opere (https://www.bern.com/it/detail/il-museo-storico-di-berna).

Per quel che riguarda la visita di Berna, definita dal celebre scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, «la città più bella che io abbia mai visto», vale la pena di perdersi tra vicoli e passaggi acciottolati che collegano le arterie più grandi del centro storico andando alla scoperta di scorci suggestivi, negozi e locali che piaceranno sicuramente agli amanti del savoir-vivre. Senza dimenticare le numerosissime fontane, quasi tutte di epoca rinascimentale, che punteggiano l’abitato. Come quella del suonatore di cornamusa (Pfeiferbrunnen) del XVI secolo, che si erge nel mezzo della lunga Spitalgasse. O ancora, l’impressionante Kindlifresserbrunnen (Fontana dell’orco), del 1544, sormontata dalla statua di un uomo che divora un bambino. Ma niente paura: dicono che si tratti di una maschera carnevalesca del tempo della Riforma. Da vedere anche le fontane che abbelliscono la già citata Kramgasse, tra le quali spiccano la Simsonbrunnen, fontana di Sansone (1527), e la Zähringerbrunnen, del 1535, raffigurante un orso armato che regge lo stendardo del fondatore della città, Bertoldo V, duca di Zähringen.

Perché proprio un orso? Secondo la leggenda, nel 1191, il duca decise di fondare un insediamento in un punto strategico situato su una penisola formata dal fiume Aare. A questo scopo fece tagliare tutte le querce che ricoprivano il territorio prescelto, utilizzò il legname per la costruzione delle prime abitazioni poi, durante una battuta di caccia nelle vicinanze, decise che avrebbe battezzato l’abitato con il nome della prima preda uccisa. Gli capitò sotto tiro un bär (orso, in lingua locale): da qui il nome della città e l’origine del culto per questo animale, non solo rappresentato nelle figurine meccaniche della Zytlogge, ma anche visibile in carne e ossa nel Bärengraben (Parco degli orsi), una delle mete turistiche più visitate, situato al di là di uno dei ponti che, partendo dal centro, scavalcano il fiume Aare. Qui ce ne sono due esemplari che dispongono anche di una porzione del fiume a loro riservata per rinfrescarsi e nuotare.

Dallo spazio dei plantigradi in pochi minuti si sale al Rosengarten (roseto) che accoglie centinaia di varietà di questo fiore e di altre specie botaniche e offre una magnifica vista sul centro storico, specialmente al mattino. Tra gli edifici religiosi visibili dall’alto, spicca il Münster, la Cattedrale di S. Vincenzo, capolavoro del tardogotico svizzero, caratterizzata da una guglia traforata (la più alta della Svizzera) e da un timpano sul quale è raffigurato il Giudizio universale: 170 statuine in tutto, in parte originali del Quattrocento, in parte sostituite da copie, che rappresentano i beati nella parte sinistra, i dannati nella parte destra, mentre al centro ci sono le vergini sagge, le vergini stolte, la Giustizia, gli angeli e l’arcangelo Michele con in pugno una spada e una bilancia. Tra gli edifici del centro storico spicca anche la sagoma del Palazzo federale, edificato tra il 1894 e il 1902 e sede del Parlamento svizzero. Nella piazza che lo ospita, la Bundesplatz, ci sono 26 fontane a rappresentare gli altrettanti Cantoni che formano la Confederazione elvetica.

Proseguendo al di là del fiume e allontanandosi dal nucleo storico, c’è il Zentrum Paul Klee, progettato dall’archistar Renzo Piano: un avveniristico edificio “a onde”, che ospita la più grande raccolta al mondo dedicata al celebre artista svizzero: più di 4.000 opere, esposte a rotazione, che costituiscono circa la metà della sua produzione totale (https://www.zpk.org; www.bern.com/it/detail/zentrum-paul-klee).

Interessante pure il Museo della comunicazione, premiato nel 2019 come Museo dell’anno dal Consiglio d’Europa. In questo centro espositivo, sviluppato su tre piani e dotato di postazioni interattive e maxischermi, i visitatori possono scoprire, interagendo in prima persona, l’evoluzione nel tempo dell’arte del comunicare e delle tecnologie a essa associate. Molto divertente la parte più ludica, a cominciare dal “karaoke cinematografico”, che consente di mettersi alla prova nel doppiaggio di film che hanno fatto la storia del cinema (https://www.mfk.ch).

Oltre al fascino della storia, della cultura e dell’arte, Berna ha un’ampia offerta di attività all’aria aperta. Per esempio, la Marzili, la più grande e frequentata piscina fluviale della Svizzera, alimentata dalle acque del fiume Aare, da sempre amato dagli abitanti. A cominciare da Paul Klee che, nel 1911, scrisse «l’estate l’abbiamo passata in Svizzera. Faceva caldo, tanto caldo; posso ricordarmi di estati calde, ma di nessuna come questa. Mi ardeva nel cervello, attraverso il tetto. Spesso mi pareva di essere nel Sud. Il vero autentico Sud. Soltanto l’acqua del vecchio Aare era fresca, della frescura di un ghiacciaio». Ancora oggi i più temerari risalgono il corso del fiume a piedi fino alla spiaggia Eichholz e da lì si lasciano trasportare dalla corrente fino alla piscina stessa a una velocità che può raggiungere i tre metri al secondo. Anche sul Gurten, la “montagna di casa”, si possono vivere tante avventure diverse, adatte a qualsiasi fascia di età, dalle passeggiate al downhill, dai seminari di yoga ai pranzi golosi, dal gioco delle bocce all’osservazione delle stelle nel nuovo osservatorio astronomico appena inaugurato. Il caro Albert Einstein sarebbe contento di sapere che, a dispetto del tempo che passa, oggi a Berna c’è un luogo dove grandi e piccini vengono iniziati alle sue scoperte e ai grandi misteri dell’universo.
Dove dormire
Hotel The Bristol, Schauplatzgasse 10, https://thebristol-bern.ch. In posizione strategica, a soli cinque minuti a piedi dalla stazione ferroviaria, questo design hotel dispone di 100 accoglienti camere, bar, lounge e palestra con vista sul Palazzo federale. Per gli ospiti c’è la possibilità di entrare gratuitamente nel vicinissimo Migros fitness club, anch’esso dotato di palestra e, in più, sauna, bagno turco e centro massaggi.
Dove mangiare
Restaurant Klötzlikeller, Gerechtigkeitsgasse 62, www.kloetzlikeller.ch
Si trova nel centro storico ed è ospitato in un tipica cantina a volta. Si dice che sia il più antico ristorante di questo tipo, ricavato da quella che un tempo era una taverna per la mescita del vino. Oltre che nelle sale interne, si può cenare anche all’aperto, vicino al portico medievale che sormonta la parte sotterranea. Il locale è specializzato in piatti tradizionali, per esempio la fondue, il suure mocke (a base di spalla di manzo) e il rösti di patate servito con un uovo fritto. Il tutto accompagnato da ottime etichette svizzere.

Ristorante Dampfzentrale, Marzilistrasse 47, www.dampfzentrale.ch/infos/restaurant
Il posto ideale dove mangiare nella bella stagione: il ristorante dispone infatti di una spaziosa terrazza immersa nel verde e affacciata sul fiume Aare, a due passi dalla piscina fluviale Marzili. Niente paura se, per caso, il tempo è così cosi: ci sono infatti anche diversi accoglienti locali al coperto. La cucina è di tipo mediterraneo, con ingredienti prevalentemente locali.
Bern Ticket
Disponibile per ogni ospite che pernotta a Berna, consente di usufruire dei trasporti pubblici gratuiti in città e nei dintorni, inclusa la funicolare del Gurten, quella del Marzili e l’ascensore che porta alla terrazza della Collegiata (https://www.bern.com/it/bern-ticket).
Museum Card
La Carta musei permette di visitare liberamente, per un periodo di 24 o 48 ore, le collezioni di opere d’arte o le mostre speciali in tutti i musei della città di Berna. La Museum Card per 24 ore costa CHF 28, quella per 48, CHF 35 (i prezzi sono per persone dai 16 anni in poi. Ogni ingresso include due giovani di età inferiore ai 16 anni).
Arrivare a Berna in treno
Come altre città della Svizzera, Berna si raggiunge comodamente dall’Italia con treni Eurocity e, prenotando fino a sette giorni prima della partenza con la cosiddetta tariffa Smart, il prezzo è assai vantaggioso. Per esempio, da Milano a Berna parte da 29 euro in seconda classe e da 59 in prima. Per saperne di più: www.svizzera.it/intreno. Molto utile per chi arriva dall’estero, lo Swiss Travel Pass, il biglietto all-in-one, che rappresenta la chiave di volta dei trasporti pubblici in Svizzera (https://www.myswitzerland.com/it-it/pianificazione/trasporto-soggiorno/biglietti/swiss-travel-pass). Numerosi i vantaggi, tra i quali: libera circolazione su treni, autobus e battelli; uso dei trasporti pubblici in 90 città; ingresso gratuito a oltre 500 musei svizzeri.
Informazioni utili
www.bern.com; www.svizzera.it; www.swissworld.org; www.swissinfo.ch; www.madeinbern.com