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Aperto a Feltre il nuovo Museo Archeologico

Ha aperto i battenti il 29 aprile a Feltre il nuovo Museo Archeologico che vuole documentare l’importante passato della città, l’antica Feltria dei Romani.

Museo Archeologico di Feltre – Busto di Esculapio ©Bergamaschi Marco

Creato dal Comune di Feltre, d’accordo con la Sovrintendenza Archeologica competente, il nuovo Museo Archeologico di Feltre vuole documentare l’importante passato della città, l’antica Feltria dei Romani. È un museo di nuova generazione, che, partendo dalle opere esposte, conduce ai luoghi di rinvenimento dei reperti o di collocazione dei principali monumenti della città romana e, ancor prima, retica. Qui ogni reperto esposto è abbinato ad un sistema di approfondimento digitale, che si connette ad un archivio web, richiamato tramite QR Code direttamente sullo smartphone del visitatore. Altri dispositivi multimediali, quali videoproiettori, monitor, diffusori acustici, accompagnano il percorso espositivo, rendendolo altamente interattivo.

Museo Archeologico di Feltre – Capitelli ©Bergamaschi Marco

Ad accogliere il visitatore nel nuovo museo è la scenografica parata di capitelli ionico-italici in pietra tenera di Vicenza. L’attigua sala è invece dedicata alla piccola statuaria e mostra il gusto raffinato degli ornamenti delle ricche dimore locali tra il I sec. a.C. e il II d.C. Notevole la testa di Satiro, dall’enigmatico sorriso, che trasporta in un mondo di miti legati a Dioniso e al suo seguito. Davvero insolite le circostanze del rinvenimento del busto di Efebo, copia romana del Narciso di Policleto, scoperto nel 1986, murato nei palazzetti Bovio-Da Comirano. Nella sala dedicata ai culti è possibile ammirare la monumentale statua di Esculapio in marmo greco, emersa durante gli scavi sul sagrato del Duomo nel 1974, che costituisce oggi la più grande rappresentazione del dio della medicina di tutta l’Italia centro-settentrionale ed è uno dei pezzi più iconici del Museo civico archeologico. Accanto ad essa l’ara votiva all’antichissima dea delle origini di Roma, Anna Perenna. Non mancano reperti rinvenuti in aree sepolcrali di remoto utilizzo quale quella del cimitero urbano, che offrono un esempio degli oggetti che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà.

Testa di Satiro – Museo Archeologico di Feltre ©Bergamaschi Marco

All’epoca romana la città si chiamava Feltria e aveva competenza sulle vallate alpine comprese tra Belluno e Trento, come è testimoniato da una scritta scolpita ad oltre 2000 metri d’altezza sul Monte Pergol, nella catena del Lagorai.  Un territorio vastissimo che rendeva Feltria tra i più rilevanti centri dell’alta terraferma veneta. Il salto nel tempo di duemila anni dalle sale del museo prosegue in un percorso cittadino che delinea una vera e propria carta archeologica a cielo aperto, testimoniando l’antica ricchezza culturale di un’area di cerniera tra montagna e pianura.