Restaurati e allestiti con capitelli, fregi, marmi e aiutano a immaginare il grandioso complesso dell’imperatore del III secolo
Sotto le piscine termali di Caracalla a Roma, c’erano lunghissime gallerie disposte su tre piani sotterranei dove erano i forni e le caldaie e dove incessantemente gli schiavi tagliavano la legna, controllavano il passaggio dell’acqua e le tubature, portavano il grano al mulino che forniva la farina alle tabernae, le trattorie dell’epoca. Oggi si possono visitare per vedere come funzionava il dietro le quinte del parco termale più importante dell’antica Roma.
Per l’apertura al pubblico sono state consolidate le volte, restaurati e contestualizzati marmi, colonne, capitelli, fregi che costituiscono un piccolo museo che aiuta a immaginare il complesso fatto costruire da Caracalla: la biblioteca con le colonne e i capitelli corinzi, le due palestre con i fregi storici che raccontano le vittorie dell’imperatore sulle popolazioni nordiche e orientali, la piscina all’aperto. Le Terme di Caracalla erano infatti un tripudio di colori, stucchi, mosaici che si rifletteva nello specchio dell’acqua, erano bagni pubblici, palestra, foro, luogo di studio e d’incontro.
Questa prima fase della riapertura è costata alla Soprintendenza dei Beni Archeologici 300 mila euro.