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Via dalla pazza folla

Alpi Biellesi, Canavese, Valli di Lanzo, Valle Maira e Valsesia: la “cinquina” piemontese dove il turismo è ancora slow: discreto e rispettoso dell’ambiente

Scorcio di uno dei laghi di Bellagarda, ai confini del Parco Nazionale Gran Paradiso

L’unione fa la forza. Anche in campo turistico. Per questo motivo cinque territori piemontesi – Alpi Biellesi, Canavese, Valli di Lanzo, Valle Maira e Valsesia – hanno deciso di consorziarsi, collaborando su strategie e obiettivi e migliorando nel segno del turismo slow la propria offerta, ricca di tesori ancora poco conosciuti, ma inestimabili, che spaziano dall’arte alla storia, dalla natura all’enogastronomia.

Senza dimenticare l’ampia proposta sportiva, dal trekking allo sci alpinismo (o di fondo), dalla canoa al canyoning, dall’escursionismo alla mountain bike, e le selezionate strutture di accoglienza tra alberghi, ville, agriturismi, bed&breakfast, ostelli, rifugi.

Alpi Biellesi
Il primo territorio, quello delle Alpi Biellesi, situato nel nord del Piemonte, è il luogo ideale per gli appassionati di sport all’aria aperta. I camminatori esperti, per esempio, possono mettersi alla prova lungo i tre sentieri che percorrono altrettante vallate (Valle Sessera, Valle Cervo, Valle dell’Elvo) raggiungendo accoglienti rifugi di montagna e godendo di panorami mozzafiato sulla pianura e le cime circostanti.

Panorama della Valle Sessera

Imperdibile poi l’Oasi Zegna, un territorio protetto di 100 km quadrati, istituito nel 1993 ma già “pensato” negli anni ’30 del secolo scorso, quando l’imprenditore Ermenegildo Zegna con grande lungimiranza iniziò un ampio progetto di valorizzazione del paesaggio intorno al suo lanificio. Nell’Oasi grandi e piccini possono andare alla scoperta di boschi, pascoli, alpeggi e degli animali delle Prealpi sopra Trivero Valdilana. Flora e fauna che danno spettacolo in tutte le stagioni: fino alla fine di giugno, per esempio, nella Conca dei rododendri si può ammirare la fioritura di centinaia di meravigliosi esemplari appartenenti al genere Rhododendron (info@oasizegna.com; http://www.oasizegna.com).

La Conca dei rododendri nell’Oasi Zegna

Per scoprire senza fretta le bellezze paesaggistiche, storiche e culturali del territorio biellese si può anche andare a piedi da Santhià al celebre Santuario di Oropa, Patrimonio dell’umanità Unesco. L’itinerario è percorribile in quattro giorni, suddividendolo in brevi tappe (da 15,1 a 17,4 km) di difficoltà crescente.
Informazioni: www.alpibiellesi.eu

Uno degli scorci panoramici visibili lungo il Giroparco Gran Paradiso

Il Canavese
Grazie alla sua enorme biodiversità e alle sue montagne, tra le quali svetta il Gran Paradiso (oltre 4.000 metri), il Canavese è un vero e proprio eden per le attività outdoor, dall’arrampicata libera al canyoning, dalla canoa al volo libero fino al trekking, per esempio quello chiamato Giroparco Gran Paradiso. Questo itinerario, decisamente impegnativo, si compone di 8 tappe per un totale di 96 km e 36 ore di percorrenza – con un dislivello in salita di 6.920 metri – e ripercorre in gran parte le antiche Strade reali di caccia dei Savoia.

La Torre Ferranda a Pont Canavese

Si snoda in parte nel Parco nazionale Gran Paradiso anche il trekking Alta via canavesana, sempre impegnativo, che parte e termina a Pont Canavese e percorre le Valli Orco e Soana con sconfinamenti in Alto Canavese e nelle Valli di Lanzo.

Un vigneto di Erbaluce coltivato in forma di pergola

Decisamente più facili i Sentieri dei vigneti (da 2 ore a 2 giorni) che consentono di andare alla scoperta del territorio dove viene prodotto l’ottimo Erbaluce di Caluso Docg e le varie Doc del Canavese, con le inevitabili soste nelle cantine per degustare i vini migliori. A proposito di questi ultimi, caldamente consigliato un assaggio dell’ottimo Nebbiolo di Carema, tipico prodotto della cosiddetta viticoltura eroica visto che, ancora oggi come secoli fa, si ricava da uve prodotte in vigneti coltivati a pergola, collocati in spazi ristretti lungo i fianchi della montagna e sostenuti dai caratteristici “pilun” in pietra e calce.

I vigneti dai quali si ricava l’uva per produrre il Nebbiolo di Carema – foto P. Vacca

Da non perdere, poi, i 4 Patrimoni dell’umanità Unesco del Canavese: il Santuario e Sacro Monte di Belmonte, il Castello di Agliè, il sito palafitticolo del Lago di Viverone e Ivrea, importante città industriale del XX secolo e Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Informazioni: www.turismoincanavese.it

Sito palafitticolo del Lago di Viverone

Le Valli di Lanzo
Le Valli di Lanzo sono sinonimo di natura selvaggia e incontaminata e ambienti unici per flora, fauna e conformazione geologica. In altre parole, la meta ideale per chi ama il trekking e le escursioni in alta quota. Qualche esempio? L’Alta Via delle Valli di Lanzo, che si sviluppa per circa 47 km, suddivisi in sei tappe, nelle Alpi Graie meridionali tra l’Italia e la Francia sfiorando vette che raggiungono i 3.500 metri.

O ancora, l’itinerario Tre Vallate, così chiamato perché parte dalla Valle Malone, attraversa la Valle Tesso e poi percorre longitudinalmente tutta la Val Grande di Lanzo.

foto Turismo Valli di Lanzo

Si sviluppa invece lungo i versanti dell’Uja di Calcante, una montagna delle Alpi Graie alta 1.614 metri, il trekking tra laghetti alpini, vasti pascoli e alpeggi ancora oggi utilizzati durante la stagione estiva. Nella parte finale, il paesaggio cambia e, dopo aver attraversato zone boschive alternate a tratti panoramici, ci si trova di fronte a un’antica ferrovia degli inizi del ‘900 utilizzata durante la costruzione di invasi e centrali idroelettriche tuttora attive.
Informazioni: www.turismovallidilanzo.it

Panorama della Valle Maira

La Valle Maira
Ai confini con la Francia e vicina a Cuneo, la Valle Maira non conosce il caos del turismo di massa: il luogo ideale per una vacanza slow e sostenibile grazie a natura incontaminata, strutture ricettive a conduzione familiare, specialità gastronomiche tipiche. Senza dimenticare la tradizionale atmosfera occitana che avvolge i visitatori in occasione delle feste popolari.

Uno dei sentieri più affascinanti e panoramici è dedicato a Piergiorgio Frassati, grande appassionato di montagna e proclamato beato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II. Si parte dalle sorgenti del Maira, vicino alle quali c’è un bosco protetto di pino uncinato, poi si raggiungono due laghi: prima il Visaisa, successivamente l’Apsoi, ai piedi del Monte Oronaye. Superato il Passo della Cavalla, si ritorna alle sorgenti di partenza percorrendo un sentiero panoramico.

Trekking in Valle Maira

Interessante dal punto di vista storico e culturale, il Sentiero degli acciughe, adatto anche alle famiglie, ripercorre i luoghi di origine degli “anchoiers” (i venditori di pesce conservato di Celle di Macra), uno dei mestieri itineranti più diffusi da queste parti a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.

Chi vuole scoprire “il Cervino della Valle Maira”, ovvero il monte Chersogno (3.026 metri), nelle Alpi Cozie, può arrivarci con un’escursione impegnativa, ma senza eccessive difficoltà tecniche, che parte dalla borgata Campiglione di Prazzo. Si ritorna sul sentiero dell’andata dopo aver raggiunto la croce sulla vetta del “Cervino” stesso, dalla quale si gode una vista mozzafiato sulle valli del Monviso.
Informazioni: www.vallemaira.org

La Valsesia
Racchiusa tra le Alpi Pennine, la Valsesia prende nome dal fiume Sesia: parte da morbide colline che ospitano eccellenze vitivinicole (basti pensare al Gattinara), si spinge poi al Sacro Monte di Varallo, patrimonio Unesco composto di 44 cappelle e una basilica, e arriva fino alle imponenti vette del Monte Rosa sul quale sorge la Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa (4.554 sul livello del mare).

In questa valle ci sono numerose località turistiche ricche di storia, cultura e arte, come Alagna, Scopello e la colonia walser di Carcoforo, ma per scoprirne l’anima più genuina è consigliabile lasciare le strade più battute e incamminarsi lungo i numerosi sentieri che la attraversano. Per esempio, quello che, partendo dalla frazione Ca’ di Janzo e attraversando ambienti naturali di rara bellezza, conduce alla scoperta degli insediamenti walser della Val Vogna.

Attraverso mulattiere e sentieri ben tracciati, con un dislivello contenuto (238 metri), si può arrivare anche alle varie frazioni di Rimella, primo insediamento walser della Valsesia, ricche di testimonianze storiche, etnografiche e artistiche. Per osservare i ghiacciai presenti sul versante valsesiano del Monte Rosa, basta percorrere l’itinerario escursionistico che inizia nell’antica frazione Pedemonte di Alagna (dislivello medio: 829 metri) e che, nel primo tratto, passa in prossimità dei resti di antichi miniere d’oro e di rame.
Informazioni: www.invalsesia.it/consorzio-monterosa-valsesia