
Che cosa accomuna il grande cineasta Charlie Chaplin e Freddie Mercury, indimenticabile lead vocalist dei Queen? Entrambi amavano moltissimo la Montreux Riviera, un lembo di terra paradisiaco affacciato sulla sponda svizzera del Lago Lemano (www.montreuxriviera.com). Meta d’elezione anche per molti altri personaggi famosi, da Hans Christian Andersen a Nikolaj Vasil’evič Gogol’, da Henry James a Vladimir Nabokov, la Riviera di Montreux, detta anche Swiss Riviera, si estende dalla località di Lutry a quella di Villeneuve, nel Cantone francofono di Vaud, e racchiude luoghi incantevoli come i vigneti terrazzati del Lavaux, patrimonio Unesco, o le accoglienti Vevey e Montreux, quest’ultima nota per il Jazz Festival che si tiene ogni anno in luglio. Proprio Vevey e Montreaux sono state scelte, rispettivamente da Chaplin e da Mercury, come “destinazioni del cuore” e conservano ancora testimonianze importanti del loro passaggio. Camminare sulle tracce di queste due celeb può essere un modo divertente, e al tempo stesso istruttivo, per scoprirne le bellezze. L’itinerario può quindi cominciare a Vevey dove il regista e attore inglese, tra i più influenti del XX secolo, fu costretto a emigrare nel 1952, quando aveva 63 anni, dopo essere stato messo sotto inchiesta per via delle sue presunte simpatie comuniste dal comitato per le attività anti-americane, creato dal senatore Joseph McCarthy.

Scegliendo di vivere in terra elvetica, Chaplin evitò l’arresto e il carcere e trovò un buen retiro per sé, sua moglie Oona e i loro otto figli nella bellissima villa di Manoir de Ban, vicino alla località di Corsier sur Vevey, facilmente raggiungibile con l’autobus 212 dalla stazione di Vevey. La dimora e l’adiacente Studio oggi fanno parte di Chaplin’s World, un piccolo universo che permette di imparare molte cose interessanti sulla vita e le opere di quello che è diventato noto anche come “Tramp”, il vagabondo, dal titolo inglese del cortometraggio di cui era protagonista e regista, uscito sugli schermi nel 1915. La visita può cominciare dalla villa, dove sono stati ricostruiti gli ambienti nei quali Chaplin viveva con la famiglia dopo l’esilio, e proseguire nel cosiddetto Studio. All’entrata di quest’ultimo i visitatori vengono fatti accomodare in una sala cinematografica dove viene proiettato un interessante documentario, della durata di circa 10 minuti, che riassume la vita del regista, a cominciare dalla difficile infanzia in Inghilterra.

Procedendo lungo il percorso, ci si trova immersi nella storia della cinematografia chapliniana: sale di montaggio, costumi, ambienti e ricostruzioni di set delle sue pellicole più famose. Una su tutte: La febbre dell’oro, girata nell’indimenticabile capanna di legno in bilico sulla montagna dove Chaplin, nei panni di un cercatore del prezioso metallo, si ritrova insieme a Black Larson, braccato dalla legge, e al gigante Giacomone. La copia della capanna, ricostruita nel Chaplin’s World, oscilla proprio come quella del film: una sfida per i visitatori a mantenersi in equilibrio emulando le gesta di Charlot! Avendo tempo, vale la pena di fare una passeggiata nel parco che circonda la villa e lo Studio: quattro ettari di rilassanti spazi verdi, con vista panoramica sul lago, abbelliti e ombreggiati da svariate essenze botaniche.

Dirigendosi a bordo dell’autobus verso la stazione di Vevey, si può fare un altro stop alla fermata Parc Charlie Chaplin, collocata vicino a una chiesetta in pietra. Di fronte c’è il delizioso Café Hôtel de la Place, frequentato dal regista e dalla sua famiglia, mentre a poca distanza dal ristorante si apre il grande spazio verde dedicato appunto a Charlot: lui amava moltissimo rilassarsi in questo luogo panoramico tanto che le autorità locali hanno voluto rendergli omaggio collocando alcune panchine nel punto dove era solito sedersi.

Proseguendo verso il lago, c’è un altro luogo dove suggeriamo di fermarsi: le Cimetière di Corsier sur Vevey dove Charlie Chaplin riposa accanto alla moglie Oona. Questo camposanto ospita un altro personaggio famoso, grande amico dei Chaplin: l’attore inglese James Mason, indimenticabile protagonista del film Lolita, diretto da Stanley Kubrick e tratto da un romanzo dello scrittore russo Vladimir Nabokov, anch’egli amante di questo territorio: passò infatti gli ultimi 16 anni della sua vita nella vicina Montreux, dove morì nel 1977.

Ritornati in prossimità delle rive del Lemano, si passeggia tra le suggestive stradine della città vecchia, che da tre lati racchiudono la Grande Place, detta anche Place du Marché, dove al sabato fino alla fine di agosto c’è il mercato folcloristico con bancarelle di prodotti locali, gruppi musicali e suonatori di corno delle Alpi. Senza dimenticare la possibilità di degustare i deliziosi vini del Lavaux che, guarda caso, piacevano molto anche a Charlie Chaplin.

Nel corso degli anni trascorsi in Svizzera, il regista era diventato amico di diversi produttori e trascorreva del tempo con loro rilassandosi tra le spettacolari vigne. Chi volesse visitare i vigneti Patrimonio Unesco e assaggiare i vini tipici, in primis lo Chasselas, può facilmente raggiungere la zona da Vevey o Montreux in auto, treno (https://www.region-du-leman.ch/en/P629/train-des-vignes-train-ride-vevey-puidoux) o battello (www.cgn.ch) e poi passeggiare a piedi o scegliendo uno dei numerosi tour guidati (per informazioni: montreuxriviera.com/wine-tourism; lavaux-unesco.ch; lavaux-panoramic.ch; lavauxespress.ch).

Tornando a parlare di Vevey, ricordiamo che poco lontano dalla Grande Place c’è il cinema Rex, oggi multisala, dove la famiglia Chaplin aveva un palco riservato in galleria per assistere alle prime dei film. Da qui, camminando in direzione Montreux, si passa davanti allo storico Hôtel Des Trois Couronnes (https://www.hoteltroiscouronnes.ch) dove Chaplin si incontrava spesso con lo scrittore inglese Graham Greene che morì proprio a Vevey nel 1991.

Il sontuoso hotel era frequentato anche da un altro scrittore, l’americano Henry James, che vi ambientò parte del romanzo Daisy Miller (1878): «Nella cittadina di Vevey, in Svizzera, c’è un albergo particolarmente simpatico… L’industria turistica costituisce la principale risorsa del paese che, come molti viaggiatori ricorderanno, giace sull’olio di un lago intensamente azzurro…». Dopo questa piccola digressione letteraria, per concludere in bellezza la visita sulle tracce di Charlot non resta che dirigersi verso il rilassante e accogliente lungolago che ospita una statua che lo raffigura, ça va sans dire, con l’immancabile bombetta e il bastone da passeggio…

Ora è venuto il momento di lasciare questa deliziosa cittadina e puntare verso Montreux, raggiungibile in circa mezz’ora d’autobus o pochi minuti di treno, per andare alla scoperta del luoghi amati da Freddie Mercury. Negli ultimi dieci anni di vita il cantante passò molto tempo in questa destinazione che lo colpì a tal punto da acquistare una casa sul lungolago, la Duck House (montreuxriviera.com/duck-house). Per ricordare il suo legame con la città, in Place du Marché – punto nevralgico della passeggiata lunga circa 13 km che costeggia le sponde del Lago Lemano – c’è una statua di bronzo che lo rappresenta: nella stagione estiva è un’impresa impossibile riuscire a fotografarla senza gente intorno perché, come è facile immaginare, i turisti di tutto il mondo fanno la fila per farsi un selfie con “Melina”…

Da non perdere, sempre a Montreux, la Queen Studio Experience, una mostra permanente dedicata alla band allestita all’interno del casinò Barrière. Attraverso video, immagini, appunti, manoscritti originali delle canzoni e oggetti vari l’esposizione ripercorre fedelmente l’avventura musicale di Freddie & CO. ed è collocata all’interno dei mitici Mountain Studios, di proprietà degli stessi Queen per diversi anni, dove la band registrò sette album e dove diedero vita a ellepì indimenticabili anche altri grandi artisti, da David Bowie ai Rolling Stones, da Iggy Pop a Chris Rea (queenstudioexperience.com; https://www.montreuxriviera.com/en/P978/queen-the-studio-experience).

Per i fan il prossimo appuntamento musicale da segnare in agenda sono i Freddie Mercury Celebration Days, dal 2 al 5 settembre (https://www.montreuxcelebration.com/en/fcd-2022), mentre chi desidera fare una visita approfondita dei luoghi iconici che il gruppo frequentava può iscriversi a un tour guidato da Peter Freestone, assistente personale di Mercury per 12 anni (freddie-tours.com).

Un altro posto della Riviera di Montreux amato sia da Charlie Chaplin sia da Freddie Mercury è lo spettacolare Castello medievale di Chillon, l’edificio storico più visitato della Svizzera situato sulla riva del Lago Lemano in località Veytaux, a circa tre km da Montreux. Per scoprirne tutti i segreti vi consigliamo di noleggiare le audioguide molto dettagliate e precise che, sala dopo sala, cortile dopo cortile, commentano l’architettura del maniero e raccontano la sua storia in diverse lingue, compreso l’italiano. La forma attuale dell’edificio, edificato su un isolotto roccioso che costituiva sia una protezione naturale sia una postazione strategica per controllare il passaggio di chi viaggiava tra il nord e il sud dell’Europa, è il risultato di numerose ristrutturazioni avvenute nel corso del tempo, soprattutto ad opera dei conti di Savoia che vi dimorarono dalla metà del dodicesimo secolo.

Tra i personaggi più famosi che hanno visitato il castello in passato c’è il poeta romantico Lord Byron che giunse da queste parti nel 1816 insieme all’amico e poeta Percy Bysshe Shelley. Visitando l’edificio merlato, vennero a conoscenza della triste vicenda riguardante il politico François Bonivard, imprigionato qui nel 1530. La sua colpa era aver incitato i ginevrini a formare un’alleanza con gli svizzeri contro i Savoia: per punirlo, questi ultimi lo fecero incatenare a una colonna, ancora visibile nei sotterranei. Rimase legato in condizioni pietose per sei anni, fino a quando non fu liberato dai bernesi. Questo crudele episodio riguardante la storia svizzera ispirò a Lord Byron la stesura de Il prigioniero di Chillon, un poema che celebra la causa e l’importanza della libertà individuale.

Porta lo stesso titolo anche un quadro del pittore francese Eugène Delacroix che, come Lord Byron, fu molto colpito dalla lunga e terribile prigionia del Bonivard. Non lasciatevi comunque ingannare: il castello è un luogo tutto’altro che triste e la vista che si gode dal mastio, alto circa 26 metri, e dal cammino di ronda è impagabile: guardando il lago e i monti che lo circondano, primo fra tutti il gruppo dei Dents du Midi, viene immediatamente da pensare alle parole di Freddie Mercury: «Se cerchi la pace dell’anima, vieni a Montreux» (www.chillon.ch).

Informazioni
Da segnalare l’offerta speciale degli alberghi della Riviera di Montreux: 3 notti al prezzo di 2, fino 31 ottobre 2022.
Siti utili: www.lake-geneva-region.ch; www.montreuxriviera.com; https://www.myswitzerland.com/it-it/
Molto vantaggiosa la Montreux Riviera Card, finanziata dalla tassa di soggiorno e offerta ai visitatori che pernottano in hotel, B&B, camping o altre strutture di accoglienza. Con questa card si può viaggiare gratuitamente su bus e treni e si ha diritto a una riduzione del 50 % nei musei e nei parchi di divertimento. La riduzione è del 30 % sui battelli CGN (https://www.cgn.ch) e sui trasporti MOB (ferrovia di montagna Montreux–Oberland Bernese (https://mob.ch).

Tra le iniziative che animano Vevey, c’è la quinta edizione della Biennale Images (dal 3 al 25 settembre), festival di fotografia en plein air durante il quale si potranno ammirare le opere di più di 45 artisti, dal tedesco Thomas Struth, famoso per le sue immagini che immortalano musei e siti storici, a Marina Abramovich& Ulay (https://www.images.ch).

Molto utile per chi arriva dall’estero anche lo Swiss Travel Pass, il biglietto all-in-one, che rappresenta la chiave di volta dei trasporti pubblici in Svizzera (https://www.myswitzerland.com/it-it/pianificazione/trasporto-soggiorno/biglietti/swiss-travel-pass). Numerosi i vantaggi, tra i quali: libera circolazione su treni, autobus e battelli; uso dei trasporti pubblici in 90 città; ingresso gratuito a oltre 500 musei svizzeri.