
Ci son almeno tre validi motivi per visitare Bassano del Grappa in questo periodo. Primo perché è una località deliziosa, ricca di vestigia storiche e artistiche: basti pensare al celebre Ponte vecchio sul fiume Brenta che, nonostante successive ricostruzioni, rispecchia ancora l’originario progetto del Palladio. Secondo perché, dopo un’importante campagna di restauro, è da poco stato riaperto al pubblico Palazzo Sturm, del XVIII secolo, uno dei principali luoghi culturali cittadini, con un belvedere panoramico affacciato sul fiume (e sul già citato ponte) e interni impreziositi da decorazioni eseguite dal pittore Giorgio Anselmi nel 1760 circa. Senza contare che questo edificio ospita due importanti esposizioni permanenti: il Museo della ceramica Giuseppe Roi, che raccoglie appunto collezioni di ceramiche antiche – Bassano è famosa per questo tipo di produzione artistica – e il Museo della stampa Remondini, dedicato alla tipografia e calcografia della celebre famiglia di imprenditori grafici che operarono in città dalla metà del XVII secolo a metà del XIX secolo, specializzandosi in raffinate edizioni e stampe popolari.

Inoltre, i Remondini furono attenti collezionisti che setacciarono l’Europa per raccogliere le migliori opere dei grandi maestri dell’incisione: tra gli altri, Martin Schongauer, Giulio Carpioni, Rembrandt, Giambattista Tiepolo, Marco Ricci, Canaletto, Giovanni Battista Piranesi e, ça va sans dire, Albrecht Dürer. Il terzo motivo per visitare la cittadina veneta è infatti che, proprio a Palazzo Sturm, dal 20 aprile è in corso l’esposizione temporanea Albrecht Dürer. La collezione completa dei Remondini, dedicata a 214 incisioni del grande pittore e incisore tedesco (1471-1528): un corpus che, per ampiezza e qualità, è classificato il più importante al mondo insieme a quello conservato all’Albertina Museum di Vienna.

Come sottolinea Chiara Casarin, direttore dei Musei civici di Bassano del Grappa e curatrice della mostra, «la collezione dei Remondini delle incisioni di Albrecht Dürer è tra le più brillanti perle nascoste delle ricchezze cittadine. Una collezione che conta 214 tavole originali monogrammate, composta da 123 xilografie e 91 calcografie, su un totale di 260 opere di incisione che l’artista di Norimberga realizzò durante il corso di tutta la sua vita. La decisione di organizzare una mostra e di pubblicarne il catalogo completo si è imposta, dunque, per prendere definitivamente consapevolezza di quanto sia considerevole questo lascito che mai, prima d’ora, è stato esposto integralmente. Si tratta, in effetti, di un’occasione che pone l’accento sulla lungimiranza dei Remondini e sulla loro raffinata intelligenza produttiva e collezionistica, più che una riflessione iconografica sulle singole opere o, più tradizionalmente, monografica sul loro autore».

I temi trattati da Dürer sono mitologici, religiosi, popolari, naturalistici, come si può vedere anche nelle collezioni bassanesi che includono le serie complete dell’Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione e della Vita di Maria. Inoltre, tra le opere presenti in mostra, si contano le più celebri incisioni che hanno scritto la storia dell’arte del Rinascimento, per esempio la popolare xilografia Rinoceronte (1515), un animale che l’artista non vide mai dal vero, ma che riuscì a rappresentare dopo aver intercettato una lettera che lo descriveva e ne raccontava la triste sorte: l’esotico essere, proveniente dall’India, arrivò a Lisbona come dono al re Manuele II – che decise poi di regalarlo al papa Leone X per mantenere buoni rapporti con lo Stato pontificio – ma non giunse mai a Roma, vittima di un naufragio al largo di Porto Venere, in Liguria. Intorno a questa famosissima opera, Chiara Casarin ha voluto offrire ai visitatori della mostra un focus che da un lato rievoca la vicenda, dall’altro ripercorre la fortuna che nei secoli ebbe quell’incisione: il tema del rinoceronte ha infatti affascinato molti artisti, da Raffaello a George Stubbs, da Salvador Dalì a Li-Jen Shih, uno dei massimi artisti contemporanei cinesi, che a Bassano espone nel belvedere di Palazzo Sturm il suo King Kong Rhino, una scultura realizzata in acciaio inox per riflettere i mutamenti quotidiani del cielo e dell’ambiente circostante.

Ad affiancare le opere della mostra bassanese, il team di Factum Arte ha realizzato un film, Impression of Albrecht Dürer, che mette a fuoco le varie tecniche, manuali e chimiche, dalla fucina alla stanza degli acidi, alla pressa da stampa, utilizzate dall’artista tedesco e dai suoi assistenti per realizzare incisioni, acqueforti e xilografie. Inoltre, la pellicola racconta come le tecniche del passato possano oggi essere re-inventate e re-immaginate alla luce delle tecnologie più innovative.
Albrecht Dürer. La collezione Remondini, fino al 30 settembre 2019, Catalogo Marsilio. Palazzo Sturm, via Schiavonetti 40, Bassano del Grappa (VI). Info: tel. +39 0424 519940/901; info@museibassano.it; museo@comune.bassano.vi.it; www.museibassano.it; visite guidate (adulti, scuole e gruppi solo su prenotazione): didattica@comune.bassano.vi.it