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Airolo, il pregio dei piccoli numeri ai piedi del grande Gottardo

Piste da sci e sentieri da scoprire nell’avamposto del Canton Ticino che guarda il Castello d’acqua d’Europa. Tra eccellenze casearie, valli incontaminate e il racconto della Via delle genti

Airolo, comune del Canton Ticino alle pendici meridionali del Passo del Gottardo, è una località che da secoli presidia importanti crocevia, ma una destinazione turistica poco nota ai più. Così siamo andati a conoscere meglio questo centro alpino, scoprendo un’identità eclettica, alla portata di tutti.
Proprio quest’anno il comprensorio sciistico Airolo – Pesciüm si accinge ad estendere la sua superficie inaugurando due nuove piste nere (dal 1 febbraio 2020), in aggiunta ai 30 km di discese che toccano il punto più alto all’arrivo della seggiovia Varozzei (2250 mt). I numeri non sono da Guinness ma la taglia small ha i suoi vantaggi, che ritroviamo nella distanza di soli 200 metri che separa l’uscita dell’autostrada dal parcheggio (gratuito) degli impianti di risalita, nella prossimità della meta (un’ora scarsa da Lugano, 90’ da Milano) e nel costo accessibile dello skipass (giornaliero € 25). Otto impianti di risalita si contendono le piste tracciate per accontentare sciatori di tutti i livelli, senza trascurare i più esigenti: le piste nere infatti sono quelle che godono della maggiore estensione, c’è inoltre lo Yukipark per i salti e le evoluzioni degli snowboardisti e anche quest’anno farà tappa ad Airolo la Coppa Europa di Freestyle. Tre sentieri da percorrere con le ciaspole completano l’offerta delle attività invernali.
Per una pausa rifocillante c’è lo Châlet di Ravina, dove abbiamo apprezzato un ottimo piatto di polenta abbinato a prodotti della regione, gustato all’aperto, sull’ampia e tranquilla terrazza; in alternativa, presso il ristorante la Stüa, al centro del comprensorio, la cucina diretta da Alberto Bottinelli e Martina Morelli propone la specialità del pollo al cestello, disponibile anche con salsa senza lattosio e senza glutine.

La giornata di sci si conclude con una sosta difficilmente rinunciabile al Caseificio del Gottardo, strategicamente collocato in prossimità dell’arrivo della funivia, a valle. Qui, da venticinque anni converge il latte di una ventina di allevatori i cui animali trascorrono l’estate sugli alpeggi, regalandoci una materia prima d’eccezione. Accanto alle tome Gottardo, Lucendro e Tremola, fiori all’occhiello del caseificio, si possono acquistare altri prodotti tipici: formaggelle di latte vaccino o caprino, come il Büscion che si mangia fresco, cosparso di pepe macinato e olio d’oliva extravergine o lo Zincarlin della Val da Mücc, stagionato e lavorato per oltre due mesi con vino bianco secondo un metodo antico; la Farina bóna di mais tostato e macinato secondo una ricetta della Valle Onsernone; numerosi salumi e insaccati tra i quali segnaliamo la carne secca (manzo e cavallo), la luganiga aromatizzata con  aglio e Merlot del Ticino e la mortadella di fegato. Il caseificio ha anche una valenza didattica: oltre allo spaccio e al ristorante annesso (dove sul menu, i formaggi fanno la parte del leone) è stato creato un Museo dell’Alpeggio (con una selezione di antichi oggetti leventinesi inerenti la lavorazione del formaggio, del burro e della ricotta) che integra la visita sempre accessibile al laboratorio per osservare i casari all’opera, impegnati nella fabbricazione dei prodotti.

Airolo è noto per essere la porta d’accesso ai tunnel del Gottardo. E la vista dell’autostrada che viene inghiottita dalla montagna fa pensare: oggi si percorrono quei 17 chilometri d’asfalto che separano il Ticino dal cantone Uri, sotto più di mille metri di roccia, in circa 10 minuti. In un attimo trapassiamo una montagna fatta di pietra, ma anche di storia e di leggende, che dall’inizio del XIII ha iniziato ad assumere importanza per pellegrini che dal nord Europa volevano raggiungere Roma, fino a diventare uno degli assi più trafficati per gli scambi tra nord e sud delle Alpi. Era la “Via delle genti“, un nome che ancora oggi evoca la funzione di questo valico nel passato.
Chi predilige la pratica del viaggio alla praticità dello spostamento non mancherà di optare, nei mesi estivi (il Gottardo è chiuso da novembre a maggio), per i tornanti della mitica Tremola (con il fondo ancora in porfido) o della più recente Gotthardstrasse 2,  che si snodano lungo i fianchi del massiccio e conducono al Passo. A duemila metri il valico segna un punto di incontro geografico e culturale emblematico, linea spartiacque delle culle d’Europa, con quattro grandi fiumi che trovano nel massiccio del Gottardo la loro sorgente: il Reno che scorre verso la Germania fino all’Olanda, a Nord; il Rodano a Ovest, verso la Francia; la Reuss verso il cuore della Svizzera; il Ticino che si apre la strada verso l’Italia, a Sud. Un’Italia un tempo ancora più vicina, se si considera che il retroterra montano del ducato di Milano comprendeva la provincia di Bellinzona, sua principale piazzaforte e che il distretto che include Airolo (Leventina) costituisce insieme a Blenio e Riviera le cosiddette Tre Valli Ambrosiane.

Il comune schiude anche l’accesso alla Valle Bedretto, lungo la quale si snoda l’alveo iniziale del Ticino, dalle sue sorgenti sul Passo della Novena, che dà sul Vallese, fino ad Airolo. È una tra le valli che vantano le più abbondanti precipitazioni nevose dell’arco alpino e grazie alla conformazione dei pendii è un terreno molto ambito per chi pratica lo scialpinismo (e richiede attenzione estrema al pericolo di valanghe). Passeggiare sul sentiero che costeggia il fiume nel fondovalle (c’è anche una pista da fondo) significa immergersi in una natura ancora integra, che con la stessa mano sembra avere scolpito i boschi, la roccia e i piccoli borghi alpini che punteggiano la valle. Suggestivo complemento a una giornata trascorsa sulle piste da sci, che si snodano poco oltre il crinale Sud della valle.

INFO
Airolo – Funivie Airolo Valbianca | www.airolo.ch |
Caseificio dimostrativo del Gottardo | www.caseificiodelgottardo.ch |
Passo San Gottardo | www.gotthard-hospiz.ch |