Fino a qualche anno fa parlare di turismo spaziale era un’utopia, oggi non è più così. I viaggi tra le stelle sono ormai dietro l’angolo
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Testo di Andrea Zappa (andreazappa.com)
La rapida evoluzione tecnico-scientifica unita all’innata propensione umana a superare le più diverse colonne d’Ercole, sembrano avvicinare sempre di più “l’uomo comune” alle stelle.
L’idea di un turismo dedicato inizia a solleticare gli interessi di business man visionari, agenzie private ed enti importanti come la NASA. Molte imprese dai nomi suggestivi – Space Adventures, Virgin Galactic, Armadillo Aerospace, Starchaser, l’XCOR Aerospace – stanno infatti investendo in progetti milionari a lungo termine, in previsione di futuri guadagni con voli spaziali e soggiorni orbitali. Le possibilità per sentirsi un po’ astronauti aumentano quindi di giorno in giorno.
La Space Adventures (www.spaceadventures.com) è stata la prima compagnia privata ad aver permesso a dei civili di volare tra le stelle utilizzando Soyuz russi o di soggiornare per qualche giorno sulla Stazione Orbitale. I clienti vengono assistiti e accompagnati come in un classico e costoso viaggio organizzato: soggiorno di lusso a Mosca, trasferimento in jet presso il Cosmodrome di Baikonur in Kazakistan e poi il resto della vacanza dipende dalle potenzialità della carta di credito di ciascuno. Il top del programma è compiere un volo spaziale restando in orbita per qualche giorno, cosa che sembra “non avere prezzo”. Diversamente, per la modica cifra di poco più di 70000 euro, si ha la possibilità di ammirare la sfericità terrestre con un volo suborbitale. Chi invece non vuole staccare i piedi da terra e possiede il brevetto di sub, può indossare la tuta e provare lo Spacewalk Training nelle vasche del Cosmodrome. I più masochisti, inoltre, hanno l’opportunità di testare gli effetti della forza G all’interno della famosa “Centrifuga”, lo spauracchio di qualsiasi astronauta o pilota di caccia. Costo della tortura? Poco più di 7000 euro.
Nel Nuovo Messico lo Spaceport America (www.spaceportamerica.com) rappresenta l’unico aeroporto al mondo appositamente dedicato ai viaggi commerciali nello spazio ed è la base operativa della Virgin Galactic (www.virgingalactic.com). Il progetto prevede la commercializzazione di voli suborbitali a bordo dello SpaceShipTwo, un velivolo appositamente realizzato per portare nello spazio gruppi di massimo sei persone. Il biglietto supera i 120000 euro. Dopo circa tre giorni di preparazione, durante i quali i passeggeri vengono sottoposti ad accurate visite mediche e ad alcuni test di resistenza alla forza G, gli aspiranti astronauti possono allacciarsi le cinture e prepararsi al decollo. Il tour nello spazio dura quasi tre ore: la navicella viene trainata dall’aereo-madre WhiteKnight fino all’altitudine di 15 mila metri, a quel punto avviene lo sgancio e l’accensione dei razzi propulsori dello SpaceShipTwo che raggiunge in 12 secondi la distanza di 120 chilometri dalla superficie terrestre. In Italia è l’agenzia Your Private Italy (www.yourprivateitaly.com) a detenere l’esclusiva di questi viaggi.
Per chi si trova negli Stati Uniti, non ha a disposizione un budget importante, ma vuole comunque sperimentare la sensazione di fluttuare come un vero astronauta, può contattare la Gozerog (www.gozerog.com), compagnia specializzata in voli parabolici. Questi partono da diversi aeroporti americani come quelli di Boston, Las Vegas, Cape Canaveral, Los Angeles, Miami e Washington. In Europa si può provare la medesima esperienza facendo domanda alla Novespace (www.novespace.fr) che utilizza per i medesimi scopi un Airbus A300 Zero-G, che decolla dall’aeroporto francese di Bordeaux Mérignac.
Il Kennedy Space Center in Florida, quartier generale della NASA (www.nasa.gov), è però il tempio indiscusso per tutti coloro che fin da piccoli hanno guardano le stelle con occhi sognanti. Da qui sono partite tutte le missioni dello Shuttle e al suo interno sono presenti le tre basi militari destinate ai programmi spaziali. Un po’ per rientrare dei costi elevati, ma anche per avvicinare la gente alla cultura dello spazio, il Kennedy Space Center (www.kennedyspacecenter.com) mette a disposizione le sue strutture per chi volesse sentirsi astronauta per un giorno. C’è un programma giornaliero di training con sessioni pratiche e teoriche, che culmina con una prova di riduzione di gravità e una simulazione di volo all’interno di uno shuttle a grandezza naturale. Oppure si può scegliere il tour Nasa Up Close, che permette di visitare l’immensa area militare destinata al programma spaziale. Se è giornata di lanci è possibile assistere alla messa in orbita di satelliti per uso civile e meteorologico.
Sembrano dunque sempre più numerose le iniziative e i progetti per ridurre la distanza tra la terra e le stelle. Forse i viaggi spaziali rimarranno un business di nicchia, ma è indubbio che il “capitalismo a gravità zero” attira ogni giorno nuovi imprenditori e progetti sempre più coraggiosi. In fondo se il 1961 è stato l’anno di Gagarin e il 1969 quello di Armstrong, chi dice che tra poco non sarà la volta del Signor Rossi?