
La raggiungo in treno, un mezzo sicuro ed ecologico, questa splendida località che si adagia nella candida Val Pusteria tra i pendii montuosi delle Dolomiti di Sesto. San Candido, non è solo una località turistica dal fascino consolidato, è anche uno snodo vivo e strategico in questa valle, già noto ai tempi degli antichi romani che qui vi costruirono una stazione militare, lunga la via che oggi porta in Austria che un tempo collegava Aquileia con Augusta. Percorro a piedi le vie del paese e ne ammiro la tipica architettura altoatesina.

Dalla strada pedonale dove non mancano suggestioni per l’acquisto dei prodotti tipici come Tito il Maso dello Speck o l’emporio che è anche pasticceria e negozio di souvenir Wachtler in poco tempo raggiungo la chiesa di San Michele con la sua bella facciata bianca illuminata da un fascio di luce solare che spunta dalle montagne.

Poco dietro San Michele scopro il gioiello di questa località: la Collegiata di San Candido con il suo annesso complesso monastico, tra i più importanti monumenti in stile romanico del Tirolo.

Al suo interno una reliquia legata da una leggenda quella del Gigante di Baranci. Varcata la soglia, proprio sopra la porta di entrata è appesa una grande costola. La leggenda vuole che sia la costola del gigante che nel medioevo fu ucciso dagli abitanti di San Candido per i suoi eccessivi e costosi servizi prestati per la costruzione della Chiesa. Molto probabile invece che si tratti di un osso di un dinosauro riportato da un pellegrino del ‘700 di ritorno dalla terra santa. A fianco alla chiesa non mi perdo il museo della collegiata che ospita una rara raccolta di manoscritti medievali. In paese non mancano luoghi di interesse come la villa Wachtler, uno degli edifici più affascinanti della cittadina in stile Art Noveau Alpino.

La villa si trova di fianco al museo Dolomythos un prezioso centro di documentazione legato al bellissimo mondo delle Dolomiti. Un viaggio nel tempo dalla preistoria fino al presente dove ammirare fossili di flora e fauna e scoprire gli orsi delle caverne o i rettili del lontano passato. Da un vicolo del centro il mio sguardo punta verso le montagne.

Il Monte Baranci ospita le più vicine piste da sci che si raggiungono a piedi dal centro. La sera il martedì e venerdì si può addirittura sciare (o scendere con lo slittino lungo un percorso dedicato) sulla pista illuminata di questo piccola ma affascinante località sciistica dotata di 4 impianti e 6 piste non troppo impegnative.

Alla fine della seggiovia si possono degustare specialità tipiche presso il rifugio Baranci, molto adatto per le famiglie con bimbi.

Ma il valore aggiunto per chi ama lo sci è il collegamento con il grande comprensorio 3 Zinnen (Tre Cime) di cui fa parte San Candido. Con un comodo bus pubblico raggiungo Versciaco. Da qui mi si apre il bianco mondo della discesa lungo i 115 km di piste perfettamente preparate, con 31 impianti di risalita e neve garantita nella spettacolare natura delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Sto sciando su un comprensorio che collega ben 5 montagne e molto località. Non mi perdo il giro delle tre cime per ammirare la bellezza e la varietà di queste montagne.

L’itinerario, di 34 km, tocca il monte Elmo, la Croda Rossa, la Val Comelico e il Col d’al Tenda, che si trova non più in Alto Adige ma in Provincia di Belluno. Mi emoziono percorrendo tratti di pista in costa in mezzo al bosco quando incrocio i segnali “patrimonio Unesco”. Per una pausa gastronomica sulle piste segnalo: la baita pollaio-Hennstoll, dove mi concedo una piacevole zuppa d’orzo, il Kaiserschmarrn una sorta di frittata dolce, insieme ad un’ottima birra al frumento.

Lo sci di fondo da queste parti non è da meno come offerta: oltre 200 km di piste per lo sci di fondo ottimamente preparate e collegate tra di loro. Tra le più celebri la pista d’altura Plätzwiese preparata già a novembre, in Val di Landro, da dove è possibile ammirare un panorama fantastico sulle Tre Cime. Da San Candido tramite l’ufficio turistico, accompagnati da Hermann una simpaticissima guida dal piacevole accento altoatesino, ex insegnante della scuola elementare di San Candido, si possono prenotare ed effettuare nei dintorni escursioni con le ciaspole. Andiamo sul Monte Rota poco sopra Dobbiaco. Sceso dal pulmino mi incammino su una lieve salita tra i boschi. Durante il percorso la guida segnala le tracce del passaggio degli animali sulla neve nelle ore notturne, come volpi, cervi e camosci, oltre a descrivere nei dettagli le cime che si affacciano imponenti sulla Val Pusteria. Con la racchetta Hermann mi indica il profilo di una montagna dall’altra parte della valle, con un po’ di fantasia mi chiede se non vedo in quel profilo il volto di un gigante, già noto da queste parti. Dopo questa bella escursione rientro a San Candido in albergo.

A San Candido sono ospite del Post Hotel, un boutique hotel quattro stelle gestito con sapienza dalla famiglia Wachtler. Situato nella piazza centrale del Paese è dotato di camere classic, superior e suite di grande eleganza. Al piano terra si trova un’accogliente lounge, un caffè, bar, un bistrò, dalla quale si accede al ristorante dell’hotel dove mi accoglie una cucina gourmet davvero di alto livello: i piatti della tradizione, ma non solo, preparati con sapienza, grazie anche alla scelta di ingredienti e di forniture di eccellenza. Non mi faccio mancare l’area benessere: una piscina, sauna, area peeling e massaggi, bagno turco.

A San Candido si può sciare sino al 18 aprile, il mio consiglio è di dedicare almeno tre giorni pieni per godersi al meglio i tanti spunti di relax, sport, cultura e divertimento che offre questa iconica località altoatesina.
Info:
www.trecime.com
www.innichen.it
www.sancandido.info
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