Singapore fusion

La città-stato nelle parole e nelle esperienze di chi si è trasferito a vivere lì, alla ricerca di un posto dove stare e lavorare bene

di Alessandra Gesuelli

“Quello che costa qui sono le case ma per il resto le tasse sono basse e si trovano tutti i prezzi, dai grandi centri commerciali del lusso ai mercati e i negozi locali per mangiare in strada a poco prezzo, come a Chinatown e Little India”. Lo racconta Lorenzo Zanirato, che da 7 anni vive a Singapore con moglie e una figlia appena nata, e ha fondato il gruppo Italiani a Singapore, per riunire almeno una parte dei circa 2.500 connazionali che vivono qui (www.italianiasingapore.com). Lavora come IT System Coordinator nella società internazionale Web Structures, che ha progetti di ingegneria un po’ ovunque in Asia (www.webstruc.net): “Ho colto una opportunità grazie al fatto che mia zia già viveva qui, gli stranieri faticano all’inizio e un tempo c’erano più spazi ma alla fine trovano la loro strada e in molti restano”.

Vista da Lorenzo la vita a Singapore è più normale, come una delle tante metropoli asiatiche: velocissima, elettrizzante ma anche complicata. La città-stato resta una potenza economica ma vive una fase di lenta transizione, c’è stata molta immigrazione e la politica ingessata deve trovare nuove strade di dialogo con i cittadini, in vista delle elezioni nel 2016. Per quanto riguarda Lorenzo, resterà qui:” Perché ci sono tante occasioni e l’Asia è il continente giusto dove essere adesso, il piu’ dinamico, interessante e creativo”.

Deve aver pensato lo stesso anche il designer Jarrod Lim che dall’Australia, dopo una esperienza in Europa (anche a Milano), si è trasferito a lavorare a Singapore. Il suo progetto Hinika (www.hinika.com) è arrivato anche in Italia durante il Salone del Mobile 2013 di Milano, nell’ambito della mostra Singapore Lah! The Design Showcase, organizzata dal Singapore Furniture Industries Council – SFIC. “Lavoro molto con il legno e i materiali naturali, il mio è un design sostenibile ispirato alle forme orientali ma con le tecniche occidentali del 3D. Qui a Singapore trovo un mercato interessato che sta crescendo e inoltre sono vicino ai miei fornitori in Indonesia, altra realtà emergente nel design”. Jarrod prenderà parte ai due importanti appuntamenti di design della città  previsti a marzo 2014: la prima edizione dell’evento parigino Maison & Objet Asia dal 10 al 13, e l’edizione asiatica della International Contemporary Furniture Fair (ICFF) di New York dal 13 al 16 marzo. Tra i sette designer di Singapore che hanno esposto a Milano c’è anche il giovanissimo Melvin Ong per Desinere (nella foto, www.desinere.com.sg). Lo studio sta lavorando insieme al collettivo artigianale Supermama per ripensare il logo di Singapore, il famoso Merlion, metà leone e metà pesce, simbolo della città. Visitatissima la statua sulla baia, di fronte all’hotel Fullerton e al distretto coloniale. “Questa città offre ogni tipo di esperienza, non esistono solo i grattacieli, qui la fusion oriente e occidente genera grande creatività e il nuovo logo deve saper esprimere questa ricchezza”, spiega Melvin.

Di fusion tra oriente e occidente si parla anche in cucina. Negli ultimi anni la città ha attirato una nuova generazione di chef occidentali che vengono qui a sperimentare e aprire locali. “È una realtà dinamica e pronta alle novità, dove possiamo lavorare su tutto e questo si vede nei nostri piatti, che giocano con gli ingredienti dei diversi continenti” racconta  il britannico Ryan Clift che con il suo Tippling Club, a 36 anni, guida la generazione di giovani talenti con un piede tra un continente e un altro. Nel suo ristorante i piatti si abbinano ai cocktail, studiati con gli stessi ingredienti usati in cucina. La sua dimostrazione a Identità Golose 2013 a Milano ha aperto uno scorcio su un panorama culinario in continuo movimento (www.tipplingclub.com). “Singapore è la capitale del food asiatico in questo momento e, insieme a poche altre città, si sta imponendo come una vetrina importante per gli chef” aggiunge Clift.  Nella prima classifica Asia’s 50 Best Restaurants di San Pellegrino e Acqua Panna, sono rientrati ben due indirizzi della città: Restaurant Andre, guidato dallo chef André Chiang e Iggy’s, ai fuochi Akmal Anuar. Un bel biglietto di invito per i foodtrotter di mezzo mondo.

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