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Kruger: per chi ama il safari

Diario di viaggio in Sudafrica su alcuni dei campi più belli del centro e del sud del parco

Ci sono le famiglie di sudafricani con i bambini piccoli, le coppie di anziani che parlano afrikaaner e tornano almeno due volte all’anno scegliendo sempre lo stesso campo e persino i safaristi della domenica, quelli mordi e fuggi che neanche dormono nel parco e sperano di aver fortuna in giornata, e infine ci sono i turisti stranieri. Questo è il Parco Kruger in Sudafrica, una delle maggiori attrazioni del paese, ma anche una delle più antiche aree protette d’Africa e tra i pionieri della conservazione della natura nel grande continente. Un mix studiato e ben organizzato di approccio non elitario e democratico al safari con il vantaggio che a compensare la folla di certe giornate e aree (soprattutto nel weekend) ci pensa la natura unica e irripetibile e tanti, tantissimi animali da vedere in un territorio davvero vasto. Dietro c’è l’impegno serio alla conservazione della natura ma anche la sfida per una sua fruizione più ampia possibile.

Non sono nuova al safari, ho avuto la fortuna di sperimentare il contatto con la natura più raccolto e per pochi in Botswana e, con le dovute differenze, in Namibia. Ma ritengo il Parco Kruger assolutamente una scelta da fare per chi ama gli animali ed è soprattutto un ottimo inizio per chi vuole fare safari. Una esperienza che si può realizzare, come ho fatto io, prenotando in autonomia i campi dell’Ente nazionale Sanparks per 8 giorni. Ma, per i beginner, consiglio di farla almeno precedere da alcuni giorni in un lodge privato, di quelli bellissimi appena ai confini del parco. Questo per avere le basi su come organizzare una giornata e con i ranger iniziare a conoscere il nuovo ambiente. E ‘importante dire che il Kruger non è un’area malaria free ma il rischio è davvero basso soprattutto se si va, come ho fatto io, nella stagione secca. Se vi interessa stare nei campi Sanparks del parco, questi i consigli e le impressioni raccolte appena pochi giorni fa nella stagione secca, su due dei campi dove sono stata, i più belli per posizione, ambiente e quantità di animali nei dintorni.

Olifants

Il nome si riferisce al fiume davanti. E che si sente scorrere dai piccoli bungalow di questo storico campo accessibile dalla porta di Phalaborwa nella parte centrale del lunghissimo perimetro del Kruger, una zona meno frequentata dai soliti circuiti. Il campo è circondato da foreste di mopane che nella stagione secca (cioè ora, la nostra estate) è di un colore rosso fuoco e giallo. È su una bella collina e i bungalow digradano dall’alto in basso. Tutte le stanze hanno il bagno interno, sono ben organizzate e pulite e alcune hanno una vista diretta sul fiume: quelle panoramiche da prenotare sono dall’84 all’87. Davanti a ogni bungalow c’è un piccolo patio e un barbecue. Non c’è una cucina interna ma si possono sempre usare quelle comuni, semplici ma efficaci e a poca distanza. Da queste parti fanno tutti così. E’ parte dell’esperienza di ogni sudafricano e il bbq è una istituzione. Ha anche un suo nome locale, braai, e non c’è famiglia che non lo prepari la sera. L’odore della carne alla griglia ( di manzo o maiale o le tipiche salsicce Boerwors) vi accompagna al rientro quando chiudono i cancelli alle 18. Consiglio: organizzatevi anche voi per cucinare così e in autonomia. L’acqua è potabile, e i piccoli o grandi negozi in tutti i campi sono attrezzatissimi. Meglio così che cenare ogni sera nel chain restaurant del campo. La cucina è discreta ma il gusto è internazionale, quindi a voi la scelta. Il ristorante dell’Olifants è su una terrazza affacciata sul fiume, particolarmente suggestiva. La sera a cena, vi arrivano gli echi dei versi degli ippopotami nell’acqua sottostante.

Tra i giri più belli: controllate ogni giorno il tabellone con gli avvistamenti e saprete come muovervi nel corso della giornata. Per me è stato sulla sterrata S92 che costeggia il fiume, dove ho visto alle 6,30 del mattino un bellissimo leopardo attraversare la strada di fronte alla mia macchina. Con i ranger del campo ho inoltre prenotato la consigliatissima River Walk. Le camminate sono un piacevole diversivo considerando che non potete scendere dal veicolo durante il giorno, se non nelle aree pic nic e nei view point autorizzati. La River Walk è una breve passeggiata sul fiume in cui si possono vedere alla giusta distanza, elefantibufali, coccodrilli e ippopotami e tutto quello che capita sulle rive.

Lower Sabie

Non è un caso se è tra i campi più amati e prenotati di tutto il Kruger. La posizione è spettacolare, allungato come è lungo le rive del fiume Sabie, nel sud del Parco. La zona è quella della maggiore concentrazione di leoni. Tra il campo di Satara e Lower Sabie il paesaggio diventa più savana e i felini abbondano. Lo chiamano The Lion Country e il motivo lo scoprite davvero in poco tempo. Al punto che in alcuni giorni puoi arrivare a vederne fino a 8 come è successo a me. E non da lontano. Gli animali al Kruger, in generale, sono abituati alla presenza delle macchine e si avvicinano parecchio. Secondo alcuni questo toglie molto all’autenticità del contatto con gli animali ma vi assicuro che se fatto con rispetto e con la giusta attenzione l’emozione di trovarsi a pochi metri da un leone o un elefante è davvero assoluta.  Al Lower Sabie le sistemazioni più belle sono i bungalow, con vista sul fiume e nel giardino interno circondati da alberi altissimi e ombrosi. Qui il patio è ampio, c’è l’immancabile area per il barbecue e ci sono belle cucine interne attrezzate con le stoviglie. Tutto è molto curato, pulito e ben fatto. C’è il bagno con doccia e un’ampia stanza da letto con armadio. Seguono le più spartane hut, pulite e organizzate, senza bagno interno, e infine l’area campeggio. Il ristorante è su una struttura a palafitta e si affaccia sopra la riva del fiume che in stagione secca è ridotto come portata. La sera è divertente con una torcia cercare i riflessi degli occhi degli animali a pochi metri più in basso e riconoscerli. Le stelle tra gli alberi del giardino sono talmente nitide da caderti quasi addosso.

Tra i giri più belli: una asfaltata, la principale H41. Passa di fronte alla Sunset Dam un piccolo bacino artificiale di acqua famoso per il tramonto dove si possono osservare a ogni ora del giorno diversi animali. La strada prosegue costeggiando il fiume, e quindi è facile cogliere il passaggio di tanti animali che vanno ad abbeverarsi, compresi i leoni. C’è poi il ponte sul fiume Sabie a un paio di km dal campo che offre la vista più clamorosa al tramonto. E può capitare, come mi è successo, che venga usato anche dai leopardi: uno mi è letteralmente venuto incontro mentre fotografavo dalla macchina il cielo rosso fuoco e rosa. Mi è poi passato accanto lasciandosi guardare con calma. Vi lascio immaginare l’emozione. Con i ranger del parco ho prenotato la stupenda Morning Walk, una camminata guidata di 4 ore nel bush. Qui ho avvicinato una iena e sono stata a meno di 50 metri da due bellissimi e rari esemplari di rinoceronte bianco. A piedi, il rapporto con gli animali cambia radicalmente e ci vuole grande attenzione e rispetto.