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New president di Relais & Châteaux

Avvocato di Parigi e proprietario di Château de la Treyne, Philippe Gombert è il nuovo presidente internazionale di Relais & Châteaux. Ha battuto l’italiano Neyroz per 4 voti

Avvocato di Parigi e proprietario di Château de la Treyne, Philippe Gombert è il nuovo presidente internazionale di Relais & Châteaux. Ha battuto l’italiano Neyroz per 4 voti


Philippe Gombert è il nuovo presidente internazionale di Relais & Châteaux, superando per soli 4 voti il candidato italiano Corrado Neyroz. Si tratta di una carica di grande responsabilità soprattutto dopo otto anni di presidenza dello stimatissimo Jaume Tàpies, il cui discorso di dimissioni ha fatto commuovere molti in platea.

Al 39 congresso di Relais & Châteaux, che si è svolto a Berlino dal 17 al 20 novembre 2013, hanno partecipato circa 500 rappresentati di oltre 300 proprietà associate. «Siamo una grande famiglia», ha detto il neo-presidente, «questo soprattutto ci differenzia dalle altre organizzazioni ».

Al discorso di insediamento, Gombert sottolinea che Relais & Châteaux è un’associazione e non un’azienda, e il suo ruolo come presidente sarà “tenerla unita” e rafforzare la sua ragion d’essere: strutture medio-piccole (28 camere è la media), perlopiù gestite direttamente dalle famiglie proprietarie. A tenere insieme i 515 membri dell’associazione in 64 paesi è il contenuto del programma di Relais & Châteaux, che punta su innovazione, internazionalizzazione e valore aggiunto. La prima riguarda la presenza sui social media, la capacità di assecondare il mercato e le sue richieste per aumentare l’occupazione. Attualmente, grazie al sistema centralizzato di prenotazione, si è già registrata una crescita del 22% che nei prossimi tre anni deve arrivare al 24%.

Gombert, avvocato di Parigi e proprietario di Château de la Treyne, in Francia, già delegato nazionale francese dal 2006 al 2009 e segretario generale dal 2009, ha avuto modo di interrogarsi spesso su come si realizzi un’hotellerie di successo oggi. Per Gombert ci vogliono soprattutto autenticità e virtuosismo di ogni singolo elemento, dello chef, del giardiniere, di tutto lo staff che deve avere insieme qualità professionali e umane. E sottolinea: «Relais & Châteaux non vende solo camere, ma esperienze e propone 53 Routes de Bonheur che collegano le strutture in percorsi esperienziali e tematici che permettono di conoscere ed esplorare territori e regioni con soste in camere più che belle e in ottimi ristoranti, dagli Usa all’estremo Oriente. E nell’edizione 2014, presentata a Berlino e il 26 novembre a Milano, se ne aggiungono 14 nuovi. Nella guida sono entrati 36 nuovi membri, tra cui Villa Cora a Firenze, Borgo Santo Pietro nella campagna senese, il Grand Hotel Yasselry, primo indirizzo russo. Sono invece 7 le new entry tra i Grand Chef, e tra esse “Il luogo di Aimo e Nadia” a Milano, ma anche un ristorante a Quito e uno a Seoul.

L’associazione che nel 2014 festeggia 60 anni è in continuo rinnovamento. Verranno potenziate le 85 ville e le case, voce recente nella guida e al passo coi tempi considerato che sempre più persone, specialmente quando viaggiano in famiglia, preferiscono all’hotel classico strutture private e indipendenti dove la cucina e i servizi sono esclusivi per gli ospiti. Sul coté esperienziale si collocano anche i cofanetti-regalo con 14 soggiorni a tema in 350 strutture Relais & Châteaux per un totale di 2800 proposte diverse.

Nonostante la crisi mondiale, Relais & Châteaux ha prodotto risultati soddisfacenti anche nell’ultimo anno, con un giro d’affari di 93,7 milioni di euro che salgono a 1,7 miliardi considerando tutto l’insieme delle attività correlate. L’occupazione a oggi è del 55% per soggiorni di 2,4 giorni, aumentando del 5,5% il prezzo medio delle camere (345 €). D’altra parte abbassare il prezzo, e di conseguenza il servizio, sarebbe stata una strategia sbagliata per un’associazione senza fini di lucro che punta molto sul prestigio e l’affidabilità del nome, sinonimo di alta qualità per l’hotellerie (oltre 22 mila dipendenti al servizio di oltre 12 mila camere) e, ancor di più per la ristorazione (le 515 proprietà hanno 700 ristoranti e 323 stelle Michelin).

All’associazione si aderisce con una fee di 14.000 euro all’anno, dopo una lunga procedura che sottopone le strutture a rigidi protocolli di selezione che passano attraverso un’infinità di criteri tecnici e il giudizio di una commissione anonima che, ogni tre anni circa, valuta la struttura dal punto di vista dell’ospite. Come dice Jean-François Ferret, direttore generale di Relais & Châteaux dal 2012, i criteri tecnici sono i più facili da superare. Le cose si complicano quando entrano in campo i nostri 10 ispettori, professionisti del settore tra i 35 e i 60 anni, che hanno tutta l’esperienza per cogliere l’essenza dell’ospitalità di un luogo. Innanzitutto considerano l’anima della proprietà: chi ci lavora, come si pone con gli ospiti, l’atmosfera generale, se il maitre de maison è presente o no. Viene inoltre valutata la capacità di trasmettere il sapore del territorio in cui si trova. «Se sei in Giappone, bisogna percepirlo da ogni dettaglio: l’arredamento, il cibo, la location…». Infine, la commissione rilascia una sorta di passaporto dell’amicizia. Per Ferret, questo significa che «si deve percepire lo spirito di appartenenza all’associazione e la volontà di fare network».

Torna il concetto ricorrente, e tanto caro a Relais & Châteaux, di “grande famiglia” che collabora per crescere ed espandersi a livello internazionale. In Francia ci sono 138 associati, e il brand è conosciuto dal 90% delle persone, ma negli Usa rappresenta è un marchio affidabile, sinonimo di qualità e lusso, tant’è che il mercato americano è ora il primo e sempre più strutture ambiscono alla membership per presentare il loro territorio, come accade nella prima edizione Taste of the Americas.

Elisabeth Debiasi, Delagation Manager Italia, ha progetti di sviluppo del brand anche in l’Italia. Innanzitutto ci sarà una giornata dedicata a Relais & Châteaux  durante la Chef’s Cup con 11 tra cuochi e grandi cuochi italiani e 4 stranieri, poi da gennaio il programma prevede uno showcase per presentare 20 dimore e un gourmet festival che dura fino a dicembre 2014 con cene a quattro mani.